Cronache meridionali è una curiosa novità letteraria in arrivo dall’Argentina.
Gli autori sono diciannove tra giornalisti, scrittori e intellettuali del sud chiamati a raccolta per raccontare la pandemia dal loro privilegiato punto di vista. Esteban De Gori, docente dell’Università di San Martin e dell’Università di Buenos Aires, ha promosso il progetto. Il sociologo ha scelto con meticolosa cura queste cronache dal sud insieme ai suoi colleghi Leo Eiff e Rocco Carbone.
Sentirsi osservati fa un effetto strano. È come vivere un’oggettivazione del sé: ci si pensa come a una materia da studiare. Si tratta di una pratica che aiuta a prendere le distanze da un certo vissuto difficile da comprendere nel suo darsi.
Possiamo immaginare una premessa di questo genere pensando alle Cronache meridionali. De Gori, Eiff e Carbone hanno pensato di mettere insieme in un unico volume diciannove brevi cronache che raccontino agli argentini come è stato vissuto il lockdown nell’Italia meridionale.
I tre studiosi hanno analizzato la situazione che si è creata nel nostro Paese nella primavera del 2020. La pandemia ci ha investiti, ma soprattutto ha travolto il nord. Lo sguardo dei media, com’è stato giusto per l’intensità dei contagi e la drammaticità delle conseguenze, era puntato sulle regioni settentrionali. Anche il sud, sospeso in una quarantena annichilente, aveva gli occhi puntati a nord. Nel frattempo però il tessuto sociale si stava ulteriormente sgretolando. Cronache meridionali, uno sguardo a sud dall’Argentina e diciannove cronache si focalizzano proprio su questa frattura.
I tre sociologi argentini parlano di un ampliamento delle già profonde disuguaglianze sociali e di evidenti asimmetrie nella gestione della cosa pubblica. A partire da ciò, hanno chiesto agli autori coinvolti in che modo il sud Italia abbia affrontato la pandemia. La paura, l’incertezza, l’instabilità sanitaria, la criminalità organizzata, le debolezze politiche… tutti questi elementi ribollono nei racconti proposti.
Le Cronache è in uscita in Argentina con testo spagnolo a fronte. L’ambizione è quella di presentare un lavoro scientifico attraverso la narrazione. I tra studiosi spiegano infatti di aver optato per “registri discorsivi che, pur non disdegnando le possibilità della scrittura accademica, favoriscono uno stile colloquiale, emotivo e divertente. L’idea è di esplorare un registro discorsivo dove si introduce, se necessario, la narrazione di esperienze affettive, quotidiane, politiche e culturali, visive e biografiche che spiegano questo momento”.
Rimaniamo quindi in attesa di queste Cronache meridionali per vedere noi stessi attraverso altri occhi.