Se doveste fare un viaggio in Islanda non perdete il Museo Fallologico, una piccola galleria privata nel cuore di Reykjavík dedicata all’organo sessuale maschile

Se doveste fare un viaggio in Islanda non perdete il Museo Fallologico, una galleria privata nel cuore di Reykjavík dedicata all’organo sessuale maschile.

Si comprende bene che, pensando alla capitale islandese, non è certo la prima meta che verrebbe in mente di visitare. La cittadina dagli edifici colorati e l’anima cosmopolita offre infatti una moltitudine di musei interessanti, arte, buon cibo e paesaggi mozzafiato, luoghi che si adattano ai diversi gusti dei visitatori.

Il Museo Nazionale d’Islanda di Reykjavík e la Galleria Nazionale, La Chiesa di Hallgrímskirkja – simbolo di Reykjavík nota per la sua facciata in cemento e una torre di quasi 75 metri di altezza, inconfondibile –, il Porto Vecchio, per citarne alcuni.

L’Icelandic Phallological Museum, unico al mondo

Del Museo fallologico islandese c’è da dire una cosa: non ha nulla a che vedere con la pornografia. Semmai, preparatevi a una esperienza che difficilmente avrete vissuto in altri luoghi. L’unico vero museo del pene al mondo, l’Icelandic Phallological Museum è dedicato alla raccolta, allo studio e alla presentazione di veri falli e di tutte le sue rappresentazioni.

Fondato nel 1997 dallo storico e insegnante Sigurður Hjartarson, il museo a conduzione familiare è diventato con il tempo, e non senza che qualcuno storcesse il naso, una delle principali attrazioni del centro di Reykjavík, un punto fermo dell’esperienza turistica della capitale.

    Foto di http://www.cgpgrey.com condivisa via Wikipedia con licenza CC BY 2.0

Aperto tutti i giorni, dalle 10:00 alle 19:00, contiene la più grande collezione al mondo di falli biologici, con centinaia di esemplari dell’intera fauna dei mammiferi islandesi e oltre 100 specie straniere, per un totale di 280 esemplari in tutto. I pezzi sono imbalsamati e adornano le pareti del museo, oppure sono tenuti sotto vetro in formaldeide per una esposizione attenta e curata.

Infatti, come ritroviamo scritto anche sul sito del Museo, la fallologia è una antica scienza nel filone della filosofia naturale che, fino a poco tempo fa, ha ricevuto pochissima attenzione in Islanda, se non come campo di studio limite in altre discipline accademiche come la storia, l’arte, la psicologia, la letteratura. Ora, grazie al Museo fallologico islandese, è finalmente possibile per le persone intraprendere uno studio scientifico della disciplina.

Foto di Ernir Eyjólfsson – Flickr: Portrait no. 17: Sigurður Hjartarson, condivisa via Wikipedia con licenza CC BY-SA 2.0

Le prime collezioni

La collezione affonda le sue radici ben prima della fine degli anni novanta. È il 1974 quando il fondatore e curatore Hjartarson riceve per scherzo un nerbo di pene di toro dal suo staff di insegnanti, quando lavorava come preside nella piccola città di Akranes.

Scherzo che diventa quasi tradizione, tanto più che alcuni degli insegnanti hanno lavori estivi in ​​​​una stazione baleniera, così il professore ottiene alcuni esemplari interessanti che aumentano, se possibile, l’interesse nel collezionare più specie di mammiferi.

Gli organi degli animali da fattoria provengono, invece, dai mattatoi, mentre i pescatori forniscono quelli delle foche e delle balene. Sigurður riesce persino ad ottenere il fallo di un orso polare, ucciso da due pescatori che lo trovarono alla deriva nei Westfjords.

62 gli esemplari che inaugurarono la primissima mostra

Tuttavia, c’è un momento in cui il professore e preside in pensione decide di vendere il museo o di donarlo alla città, anche per la difficoltà di sostenere le spese per il mantenimento del museo pubblico. Ma, naufragate entrambe le possibilità, si sposta dalla capitale a Húsavík, piccolo villaggio situato 480 km a nordest di Reykjavík, e in uno spazio espositivo più ampio. Qui i visitatori crescono di pari passo con l’aumento dei peni da collezione.

Dalle balene ai criceti al primo pene di un uomo

L’attuale serie di falli collezionati comprende una enorme porzione di pene di balenottera azzurra lunga 170 cm e pesante 70 kg. Sarebbe stato davvero troppo difficoltoso, anche solo negli spazi, avere un membro intero: lungo 5 metri e pesante tra i 350 e i 450 kg.

In questo caso le dimensioni non contano, tanto che dal più grande membro esposto si passa anche all’esemplare più piccolo, quello di un criceto, per una lunghezza di 2 mm e visibile solo con una lente di ingrandimento.

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Ma, e qui è la vera svolta nella storia del Museo fallologico, nel 2011 Sigurður ottiene finalmente il primo pene umano da aggiungere alla sua collezione: gentile donazione del 95enne Pàll Arason, asportato alla sua morte. Pare infatti che l’islandese da giovane fosse un vero dongiovanni, dunque perché non affidare il fallo, compagno di tante avventure, al Museo? Donarlo a imperitura memoria e esporlo affinché i visitatori possano contemplarlo.

L’eredità e il merchandising 

Nel 2012 il professore annuncia il suo ritiro e dichiara che subentrerà alla guida del Museo suo figlio, Hjörtur, che sposta di nuovo la mostra a Reykjavík, raddoppiando nuovamente lo spazio per la collezione in continua crescita e modernizzando la presentazione.

Non mancano, infatti, pezzi di artigianato come un bastone da passeggio ricavato dal pene di un toro e lampade create con gli scroti dello stesso animale. Ma anche genitali di creature fantasy come elfi e troll, direttamente dalla mitologia islandese, e i calchi in argento dei peni dei giocatori della squadra nazionale di pallamano.

Non solo mostra: i visitatori potranno acquistare cibi e bevande al  bistrot a tema fallico, The Phallic, in una atmosfera accogliente. E perché non proseguire gli acquisti in un negozio di articoli da regalo assolutamente unico? Quello presente all’interno del Museo ha centinaia di articoli a tema pene, dai cimeli ai giochi da tavolo e dai libri agli oggetti di design. 

Foto di Celander – Own work, condivisa via Wikipedia con licenza CC BY-SA 3.0