A dicembre in Botswana si riuniranno i membri del Comitato Intergovernativo per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO. In corsa la candidatura del Canto lirico italiano.
L’Organo di valutazione internazionale dovrà esprimersi sulle proposte di candidatura UNESCO ricevute. Fra queste compare la proposta – per la quale c’è già parere favorevole – del Canto lirico italiano.
Anche il Canto lirico italiano in corsa per diventare Patrimonio Immateriale UNESCO
“Si tratta di un primo esito tecnico, fondamentale per la dichiarazione ufficiale di iscrizione, che spetterà ai Paesi Membri del Comitato Intergovernativo che si riunirà in occasione della XVIII Sessione, che si terrà a dicembre in Botswana” ha affermato il Sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi.
“È una comunicazione che ci riempie d’orgoglio – prosegue Mazzi nella nota diffusa dal Ministero – a fronte dell’impegno che stiamo profondendo come Governo per la valorizzazione internazionale del nostro patrimonio culturale. Tradizione e creatività sono le espressioni che caratterizzano l’Italia nel mondo.”
I lavori a Kasane, villaggio del Nordest del Botswana, al confine con Namibia, Zambia e Zimbabwe, apriranno domenica 3 dicembre e si chiuderanno il 9 successivo.
Nei mesi scorsi l’Italia ha presentato le candidature anche per la Cucina italiana e l’Arte campanaria tradizionale.
I 17 elementi italiani iscritti nella lista del Patrimonio Immateriale
Sono 17 le eccellenze italiane iscritte nella lista UNESCO del Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Il Canto lirico italiano potrebbe diventare il diciottesimo.
I primi elementi italiani iscritti sono stati, nel 2008, l’Opera dei pupi siciliani e il Canto a tenore sardo. Nell’ultima sessione, tenuta nel 2022 in Marocco, hanno fatto il loro ingresso la tradizione dell’allevamento dei Cavalli Lipizzani – riconoscimento transnazionale essendo condiviso con Slovenia, Austria, Bosnia, Croazia, Ungheria, Romania e Slovacchia – e il Tocatì, il Festival Internazionale dei Giochi di Strada di Verona, entrato nel Registro delle Buone Pratiche della Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale.
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