Ruggiti di Ferrari, Maserati, Alfa Romeo e Lancia: erano queste le melodie che facevano da sottofondo alla Targa Florio, l’antica corsa automobilistica ideata da Vincenzo Florio, figlio di Ignazio, tra i protagonisti de I leoni di Sicilia, il fortunato romanzo di Stefania Auci. L’antica sfida automobilistica – nata nel 1906 e ancora oggi in vita sotto forma di rally – è al centro del libro di Francesco Terracina, edito Laterza, dal titolo Targa Florio. Le Madonie e la gara più bella.
Comunicato stampa
I video realizzati con i telefonini erano pura utopia, erano i tempi delle emozioni ‘analogiche’, non digitali, delle cineprese che filmavano e fissavano le imprese degli eroi al volante: Achille Varzi, Tazio Nuvolari, Manuel Fangio, Ninni Vaccarella, Arturo Merzario, il barone Pucci. Erano quegli eroi in controluce a portare alla ribalta una Sicilia rocciosa e meno nota, lontana dalle coste o dalle attrazioni barocche. Non scrivevano pagine di storia, ma di leggenda. Che il giornalista Francesco Terracina ha rispolverato in una pubblicazione ad hoc, densa di suggestioni e di singolari aneddoti. La gara automobilistica più antica al mondo ne custodisce a centinaia.
Nata nel 1906, e tuttora in voga, la Targa Florio ha scritto pagine indelebili dell’automobilismo, passando da gloriose epopee, da idoli impolverati fino ad arrivare ai lucchichii dell’epoca digitale. Meno affascinante anche dal punto di vista sportivo, se si vuole, ma pur sempre emozionante. Sulle Madonie, come racconta Terracina, si sono alternati i più grandi, in una corsa che è stata simbolo e ha lasciato un segno indelebile nella storia del costume. La corsa fu ideata e voluta da un giovanissimo Vincenzo Florio, rampollo della grande famiglia di armatori, editori e industriali. Solo un visionario come lui poteva intravedere su quegli impervi sentieri di bassa, media e alta montagna sfide autentiche sulle quattro ruote. L’area agricola, dove ancora dominava l’economia feudale, sarebbe entrata nella storia dello sport in tempi tutt’altro che sospetti. La corsa, e nel libro ve ne sono ampi stralci, salì in breve alla ribalta internazionale delle cronache sportive e mondane, con gli inviati delle testate internazionali che soggiornavano nel comprensorio madonita, facendosi sedurre dalle tentazioni della gastronomia locale, godendo un clima quasi surreale e gustando – sportivamente parlando – cibandosi di sfide uniche. I racconti si sovrappongono e si inseguono come a bordo di una Lancia o di una Ferrari che va a caccia di una Porsche in fuga. Alla fine emerge uno spaccato di storia, cultura e costume come solo la Targa dei Florio sapeva offrire. Fu davvero la gara più bella.