Museo archeologico Métauros di Gioia Tauro riapre nella sua sede storica

Finiti i lavori di ristrutturazione a Palazzo Baldari, il Museo archeologico Métauros di Gioia Tauro riapre nella sua sede storica.

Dopo il restauro e la rifunzionalizzazione degli spazi nella sede di Palazzo Baldari di Pian delle Fosse, a Gioia Tauro (RC) riapre al pubblico il Museo archeologico Métauros.

Interamente destinato alla esposizione museale, Palazzo Baldari è uno stabile settecentesco sito nel centro storico della città di Gioia Tauro, già in passato sede del Museo archeologico e della biblioteca comunale, luogo di notevole interesse storico e artistico.

La antica Métauros al Museo archeologico di Gioia Tauro

Spostato nel 2021 temporaneamente negli spazi dell’immobile “Le Cisterne” per i lavori di ristrutturazione, il Museo archeologico di Gioia Tauro testimonia la storia della antica polis magnogreca di Métauros.

Il percorso museale del luogo della cultura sotto la gestione della Direzione regionale Musei Calabria propone in prevalenza materiali provenienti dall’area della necropoli di Métauros, subcolonia fondata nella seconda metà del VII secolo a.C. sulla sponda destra del fiume Petrace da coloni greci già stanziatisi a Zancle, Rhegion o Locri Epizephiri (l’esatta origine di Métauros è tuttora dibattuta).

Decaduta sotto i Brettii, la antica Métauros diede il suo sostegno ai romani durante le Guerre puniche contro Cartagine e nel 201 a.C. diventò insediamento romano col nome di Metauria.

Il Museo archeologico di Gioia Tauro conserva pithoi, hydriae, skyphoi, pissidi, anfore e crateri a figure nere risalenti al periodo greco e che riportano i fitti legami che la polis della Calabria tirrenica aveva con altre città della Megálē Hellás e della Sicilia, come le già nominate Zancle, Rhegion e Mylae.

L’esposizione del Museo archeologico diretto dalla dottoressa Simona Bruni, non si limita però soltanto all’età arcaica: il sito museale di Gioia, infatti, racconta anche la storia insediativa della città della Piana nel Medioevo. I reperti di Métauros provengono dalle campagne di scavo dirette nella seconda metà degli anni cinquanta dall’archeologo De Franciscis e, nei successivi decenni del secolo, dalla Soprintendenza, condotte principalmente sulla fascia litoranea, sede della grande necropoli magnogreca.

Antonio Pagliuso