Recensioni: “La storia prende il treno” di Sophie Dubois-Collet

La storia prende il treno di Sophie Dubois-Collet (add editore) è un elogio del mezzo di trasporto più amato e degli eventi, degli uomini e delle donne che ne hanno edificato la storia.

I viaggiatori sono pregati di salire a bordo del convoglio La storia prende il treno, il saggio sulla storia dei treni e i treni della storia di Sophie Dubois-Collet pubblicato da add editore con la traduzione di Enrico Pandiani.

“Non esiste invenzione umana che abbia trasformato il paesaggio rurale e urbano quanto il treno” scrive la giornalista francese che con questo libro, edito in Francia nel 2019 con le Éditions de l’Opportun, esordisce nel mondo della scrittura. Eppure i primi treni e le prime tratte, comparsi all’inizio dell’Ottocento – la primigenia locomotiva a vapore della storia si appalesa in Galles nell’anno del Signore 1804 –, avevano suscitato più di qualche perplessità e scetticismo, anche nei piani alti della società.

“Non credo che trasporterà mai un viaggiatore, né un bagaglio”: parole del presidente della Repubblica francese Adolphe Thiers datate 1832, allorquando si stava progettando la realizzazione di una tratta ferroviaria tra Parigi e Saint-Germain-en-Laye destinata alle passeggiate del popolo parigino.

Compagnia internazionale dei Wagons-Lits, Calais-Mediterranée-Express (poi Train Bleu), Orient Express (“il re dei treni e il treno dei re”, quello che collegava Parigi a Costantinopoli in soli tre giorni, al netto di bufere di neve e misteriosi assassinii), Simplon-Orient Express, Compagnia dell’Ovest, salottini con poltrone foderate di velluto, tende di raso e lampade art déco. Nomi e allestimenti dal fascino assoluto che è possibile riscoprire tra le pagine del libro di Dubois-Collet. La giornalista percorre alcune tappe dell’entusiasmante storia del trasporto su rotaia, una corsa inarrestabile che non si è fermata neppure dinanzi ai primi, numerosi e preventivabili, incidenti ferroviari.

Dall’incidente del presidente Deschanel alla ferrovia Napoli-Portici

L’autrice, dato il suo passaporto, estrae molto dalla storia francese – dalle iniziali brevi tratte a trazione animale ai primi accidenti, come l’“irrealistico” incidente del 22 ottobre 1895 alla Gare Montparnasse e la esilarante caduta in treno del Capo di Stato Paul Deschanel, raccontate attraverso le notizie dei giornali dell’epoca come «Le Figaro», «Le Petit Journal», «Paris Soir» –, ma dedica numerose pagine anche alle imprese ferroviarie di altri Paesi, come l’Italia, o meglio il Regno delle Due Sicilie, il cui sovrano, Ferdinando II di Borbone, il 3 ottobre 1839 inaugurò la prima ferrovia della Penisola, la Napoli-Portici. Poco più di sette chilometri che tracciarono un solco decisivo per i trasporti nel Paese.

 

Recensioni “La storia prende il treno” di Sophie Dubois-Collet
L’inaugurazione della Ferrovia Napoli-Portici di Salvatore Fergola. Foto di Salvatore Fergola di pubblico dominio condivisa via Wikipedia

I treni di Alfred Hitchcock e Agatha Christie

Ne La storia prende il treno spazio poi ad altri momenti e personalità decisivi nella consacrazione dei treni: come dimenticare il leggendario viaggio a bordo di un treno piombato di Lenin da Zurigo a Pietrogrado – il nome che negli anni della rivoluzione aveva assunto San Pietroburgo –, oppure la passione sfrenata della regina del Regno Unito Vittoria e del Premier sovietico Nikita Chruščëv per i treni e le alte velocità, o ancora tutti gli artisti che si sono lasciati ispirare da carrozze, scambi e cappelliere, da Charles Dickens ad Alfred Hitchcock, da William Turner a, ovviamente, Agatha Christie, la regina del giallo, che col suo celeberrimo romanzo Assassinio sull’Orient Express ha reso immortale non soltanto l’affascinante mezzo di locomozione ma il concetto stesso del trasporto su rotaia.

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La storia prende il treno è un elogio del mezzo di trasporto più amato – che gli aeroplani di tutto il globo se ne facciano una ragione – e degli eventi e aneddoti degli uomini e delle donne che ne hanno edificato la storia.

Antonio Pagliuso