Emersione edito da Nutrimenti, Benedetta Palmieri

Esistono cuori nei quali sembra che il dolore per la morte della persona amata non abbia diritto di cittadinanza, occhi che sono costretti a nascondere al mondo le lacrime in cui naufragano, disperazioni mute e inopportune.

Con il suo Emersione, edito da Nutrimenti, Benedetta Palmieri ci conduce nell’abisso in cui sprofondano gli amanti che solo la vita era stata in grado di separare.

Dopo anni di allontanamento, la protagonista di questo intensissimo romanzo apprende la notizia della scomparsa del suo amato. È una morte improvvisa eppure in qualche modo annunciata, di cui lei ha sempre avuto il presentimento. Questo però non basta a lenire il dolore. Né è sufficiente il fatto che ormai da anni avessero interrotto ogni contatto, che non sapessero più nulla l’uno dell’altra: bastava l’essenziale, sapere che erano vivi. Che ogni fatto del mondo avrebbe potuto coinvolgerli, travolgerli e – chissà – magari ricondurli nuovamente sullo stesso percorso.

La morte invece spazza via ogni possibilità. Da quel momento in poi non è più possibile tornare indietro, immaginare altri scenari. Lo strazio e le domande che si pongono tutti quelli che restano sono amplificati, assumendo toni riservati solo a chi è costretto ad assistere alla perdita di qualcuno che aveva già perduto, a elaborare nuovamente un lutto con lacrime nuove.

Gli unici testimoni di un amore

Resta il senso di colpa per le scelte fatte, il rimorso per le parole urlate e il rimpianto per quelle mai pronunciate. Restano le domande, destinate a rimanere senza risposta: il nostro amore ti avrebbe tenuto ancorato a questa vita? Rimanendoti accanto avrei cambiato il corso degli eventi? Negli ultimi pensieri, hai trovato un istante per me? Rimane il ricordo, poiché solo rivivendo all’infinito ogni attimo di vita insieme ci si sente al riparo da questa tempesta. Solo così è possibile mantenere in vita un amore di cui si è rimasti unici devastati testimoni. Ma rimane soprattutto il dolore più grande: la netta sensazione di non avere, agli occhi del mondo, alcun diritto di piangere. Come se la separazione di due amanti li rendesse davvero estranei; se non fosse ridicolo che tra tutti, solo lei che conosceva le pieghe più intime di quella vita perduta debba rimanere all’oscuro dei dettagli, delle circostanze che hanno condotto fino a quel momento maledetto.

Come se non fosse assurdo che lei debba rimanere sullo sfondo, senza parole di conforto né aiuti per uscire dal buio. Senza neppure il diritto a una tomba su cui piangere, su cui realizzare che è successo davvero, che non arriverà più nessuna sua lettera, che volgendo lo sguardo intorno a sé non rischierà più di incrociare il suo.

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Gli oscuri interrogativi del libro di Benedetta Palmieri

Ma chi decide la giusta misura del dolore? A chi spetta il diritto di piangere senza essere costretto a nascondere le lacrime? Qual è il momento esatto in cui le strade di due amanti si separano per non ricongiungersi più? Intorno a questi interrogativi ruotano le poche struggenti pagine di Emersione, illuminando una diversa angolatura del tema della perdita. Benedetta Palmieri offre al lettore la possibilità di osservare la protagonista del suo libro in un percorso intimo e solitario fatto di disperazione, rabbia e nostalgia. Finché, finalmente, un raggio di sole non scalfirà il buio.