Il Museo Marittimo di Vittoriosa racconta la storia marittima maltese e le invasioni che il popolo dell’isola del Mediterraneo ha dovuto affrontare per conservare la propria autonomia.
Affacciato sull’insenatura del Porto Grande con vista sulla dirimpettaia Senglea – città invitta che assieme a Vittoriosa e Cospicua forma la conurbazione cittadina fortificata delle Tre Città –, il Museo Marittimo di Vittoriosa ha riaperto le sue porte ai visitatori all’inizio del 2024, dopo i lavori di ammodernamento che ne hanno imposto la chiusura per alcuni anni.
Il museo espone reperti relativi alla storia marittima dell’isola di Malta, concentrandosi in particolare sulle vicende che il popolo maltese, per via della posizione strategica della sua terra al centro del Mediterraneo, ha dovuto fronteggiare nel corso dei secoli.
Il patrimonio conservato nel Museo Marittimo di Vittoriosa
Al museo di Il-Birgu – questo il nome di Vittoriosa in maltese – si accede dopo aver varcato la porta monumentale che dà sul lungomare, a pochi passi dalla Chiesa di San Lorenzo, luogo di culto principale della città che ospita una pala d’altare di Mattia Preti (datata 1689) sul martirio del santo, una delle opere più grandi del Cavalier calabrese.
Variegato è il patrimonio conservato nel sito. Al Museo Marittimo di Vittoriosa , ospitato nel palazzo un tempo sede della panetteria della marina reale britannica, si può ammirare un libro del 1739 che prova a dirimere la controversa localizzazione dell’isola nota col nome di Melita, luogo del naufragio, nella seconda metà del I secolo, di San Paolo di Tarso: è l’isola di Malta – di cui il martire e santo è patrono – o Meleda, isolotto della Dalmazia?
Nella prima sala del luogo della cultura maltese è presente anche un’ancora romana del 60 d.C., rinvenuta nella Baia di San Paolo – probabile sito del naufragio del santo –, con marchiate le parole Isis e Serapis – Iside e Serapide –, rispettivamente dea egizia e dio greco-egizio.
Vittoriosa, dalla resistenza al Grande Assedio alla capitale perduta
Sempre nella stessa sala espositiva, interessante il diorama, realizzato nel 2015 da IPMS Malta, che riproduce in scala 1:72 l’assalto del 15 luglio 1565 dei pirati e giannizzeri turchi a Senglea, capitolo del Grande Assedio di Malta tentato dagli ottomani nel 1565, momento centrale della storia dello stato insulare.
È, di fatti, a seguito di quella trionfale resistenza che la città in cui è allestito il museo, epicentro degli scontri, prese la decorazione di vittoriosa. Una gioia a metà, ché subito dopo Vittoriosa dovette cedere il titolo di capitale di Malta – assegnatole nel 1530 dai Cavalieri, appena giunti sull’isola, in vece di Mdina – alla neocostituita La Valletta.
L’ex voto della Battaglia di Lepanto
Pezzo pregiato della collezione custodita al Museo Marittimo di Vittoriosa un ex voto con la Madonna e il bambino a cui lati trovano posto San Giovanni Battista, patrono dell’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, e Santa Lucia.
Nella parte inferiore dell’opera è raffigurata la Battaglia di Lepanto del 1571 fra la Lega Santa – composta da soldati pontifici, austriaci, maltesi, spagnoli, napoletani, genovesi, veneziani, siciliani – e le truppe dell’Impero ottomano che accoglievano anche rinnegati cristiani del Vecchio Continente. Una battaglia storica che coinvolse 132.000 soldati e contò almeno 30.000 vittime.
Nell’ex voto – risalente agli anni immediatamente seguenti l’avvenimento e attribuito a Antonello Ricci – si nota che nelle fila delle navi cristiane compaiono le bandiere dei Cavalieri di Malta e un angelo; dalla parte ottomana, invece, alcuni demoni. Allegoria dell’esito della battaglia. Presente sul lato della Lega Santa anche la figura di Fra Martino De Sarria, cavaliere che combatté nell’epocale scontro.
La lettera firmata di Napoleone
Fra armi, cannoni, documenti, diari, uniformi, modelli in scala di antiche imbarcazioni maltesi e strumenti per la navigazione, l’esposizione del Museo Marittimo di Vittoriosa si può idealmente chiudere con una cesura sotto forma di una lettera autografa di Napoleone Bonaparte.
Il prezioso reperto è datato 1798, vale a dire dopo la conquista francese di Malta e prima della fuga, nel settembre 1800, a causa della rivolta popolare sostenuta dall’intervento della Royal Navy britannica che, liberata Malta e resala un protettorato della Corona, proprio a Vittoriosa realizzò la sua base nel Mediterraneo, rimasta sino al 1979.
Diorama dell’assalto ottomano del 15 luglio 1565 a Senglea
Foto Antonio Pagliuso
Antonio Pagliuso