“Goya. La Ragione e la Follia”, a Platania una mostra dedicata al pittore spagnolo

Aperta fino al 16 agosto a Platania, comune della provincia di Catanzaro, la mostra d’arte “Goya. La Ragione e la Follia”. La sua arte, afferma Domenico Piraina, curatore dell’esposizione, assurge a “messaggio universale, valido in qualunque tempo”.

Composta da una collezione di acqueforti del pittore spagnolo Francisco Goya, l’esposizione “Goya. La Ragione e la Follia”, unica in Calabria, è allestita al Museo delle Scienze naturali “Valentino De Fazio” di Platania.

Organizzata dall’Amministrazione Comunale di Platania, dall’Associazione Felice Mastroianni, dalla Pro loco e con il patrocinio della Regione Calabria, la mostra è curata da Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale di Milano. L’apertura è prevista dal 5 al 16 agosto 2023.

La mostra dedicata a Francisco Goya a Platania

Nato nel 1746 a Fuendetodos, minuscolo comune dell’Aragona, Goya è considerato figlio artistico di Tiziano, Velasquez e Rembrandt. L’artista è nel novero dei maggiori pittori a cavallo fra i secoli Diciotto e Diciannove: i suoi quadri, infatti, influenzarono tanto i pittori contemporanei quanto i posteri.

Insignito nel 1799 del grado di Primer Pintor de Cámara, Primo pittore di Corte, l’anno seguente Goya completò quello che con tutta probabilità è il suo lavoro più conosciuto nel mondo: la Maja desnuda, olio su tela raffigurante una giovane donna completamente nuda e adagiata, con sguardo languido, su un velo e degli sfarzosi cuscini. Il dipinto è conservato, come tanti altri del maestro aragonese, al Museo del Prado di Madrid, museo iscritto nella lista del Patrimonio dell’Umanità Unesco e che nel 2022 – dato estrapolato dal sito ufficiale del Museo – ha sfiorato i due milioni e mezzo di visitatori.

Le opere esposte

Le acqueforti al centro della mostra di Platania saranno cinquantadue. Tratte dai principali cicli di incisioni di Goya, quali i Capricci – fra questi il celebre Il sonno della ragione genera mostri –, I disastri della guerra, La tauromachia e le Follie, le opere, tutte pubblicate fra il 1881 e il 1928, anno della morte dell’artista, sono state eccezionalmente date in prestito dal collezionista Arialdo Ceribelli.

“Non vi è dubbio che siano state proprio le incisioni, in cui c’è il Goya disincantato, introverso, personale che parla di guerra, di violenza, di superstizione, di stupidità e del male di vivere – afferma il curatore Domenico Piraina –, ad aver avuto un’influenza notevole sulla modernità e a parlare un linguaggio di grande attualità perché il suo messaggio supera il momento storico in cui è stato pensato per assurgere, come accade nella grande arte, a messaggio universale, valido in qualunque tempo”.

La mostra sarà visitabile fino al prossimo 16 agosto.

Vicente López y Portaña, Ritratto di Francisco de Goya (1826), museo del Prado di pubblico dominio condivisa via Wikipedia