Recensioni: “Semiotica notturna” di Cristina Eléni Kontoglou

“Vorrei spaccarti il cuore, per farti del bene o del male a seconda del riflesso della convenienza, spaccarlo perché non ha essenza porosità traspiranza, è uno scalino consunto le arterie spezzate fatte rimbalzare sul fondo dell’organo sono sassi per vedere se esiste un fondo un doppio scomparto, un suono rivolto al cielo un richiamo un brivido ti attraversa le cartilagini, sono ossa di amaranto. Non sono io a gridare è il sangue che va in senso contrario che vorrebbe restare risalire il corso verso di me, ma non ha idee né soluzioni da reclamare. È sangue che si asciuga presto al sole, sull’erba è già scuro le punte dei fili retroflesse è sangue espatriato, solo in te ha una direzione. Ora che è al mondo non sa replicarsi in diagrammi di emocromi e cellule, non sa distanziarsi dagli oggetti, non ha indicazioni informazioni, desolazione.”

Sono parole del componimento Pietre, estratto dalla raccolta poetica dal titolo Semiotica notturna di Cristina Eléni Kontoglou, uscita per Italic Pequod.

Il libro dell’autrice italogreca – nel 2023 con la silloge Volturno Arcano (Eretica Edizioni) è stata finalista al Premio Mario Luzi – è un’opera che lascia il segno con versi potenti e brillanti, trasgressivi e oscuri, con il suo continuo richiamo ai processi alchemici, con la presenza forte di una poetessa che ha fatto un lungo cammino, ha imparato tanto e adesso cerca di trasmettere la sua sapienza offrendo al lettore il proprio particolare sguardo sul mondo.

Le sezioni della raccolta poetica di Cristina Eléni Kontoglou

La poesia citata proviene dalla prima sezione di cui è composta la silloge intitolata “Materia”, come accade in alchimia, antico sistema filosofico esoterico, si parte proprio dalla materia e dalla fase del Nigredo, anche detta opera al nero, durante la quale essa si dissolve. Nella seconda fase, Albedo, o opera al bianco, avviene la sublimazione di quella sostanza che poc’anzi si è scomposta; è giunto quindi il momento del Rubedo, o opera al rosso, in cui la materia si ricompone in una nuova forma, assumendo nuovi significati.

La seconda sezione di Semiotica notturna reca il titolo  di “Sublimazione”. È un momento di purificazione – durante la fase dell’Albedo, ad esempio, si tramuta il piombo in argento; in queste liriche vi sono riferimenti a un processo di trasformazione dello spirito, e non mancano suggestioni legate alle modificazioni del corpo, anche artificiali, mostrando i tanti lati dell’umanità, le tante sfumature di cui siamo composti.

Nella terza sezione, “Trasmutazione”, troviamo il risultato di questo viaggio, il nucleo dell’essere, rappresentato dall’unica lirica presente in questa ultima parte della raccolta di Cristina Eléni Kontoglou che non si può che definire profondamente concettuale. Qui il processo alchemico giunge a compimento, mostrandoci un essere e una realtà ridotte alla pura essenza, alla verità più intima.