40 anni fa il terremoto dell’Irpinia: il dopo raccontato da Stefano Ventura in “Storia di una ricostruzione”

Trema la terra d’Irpinia il 23 novembre 1980. Ricorrono i 40 anni dal disastro che portò via 2914 anime e segnò per sempre l’Irpinia, la regione storico-geografica del Meridione corrispondente oggi, con approssimazione, alla provincia di Avellino. Stefano Ventura racconta il terremoto in un nuovo saggio.

 

Pubblicato da Rubbettino, il libro Storia di una ricostruzione. L’Irpinia dopo il terremoto di Stefano Ventura è un lavoro che analizza e indaga tutto quello che seguì il devastante sisma dell’Irpinia: dal ritardo dei soccorsi ai terremotati, dovuto alle infrastrutture inadeguate e all’isolamento geografico delle aree più colpite, a quanto si è fatto e quanto non si è voluto fare per la rinascita delle zone sconvolte dal terremoto.

Stefano Ventura è nato nella primavera di quel nefasto 1980 segnato dalla strage aerea tra il cielo e il mare di Ustica, dalla bomba alla stazione di Bologna e dal terremoto dell’Irpinia che, oltre alle province campane di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno, interessò in parte anche la Basilicata e la Puglia. Disastri che scossero duramente l’opinione pubblica di un’Italia che da quell’anno non sarebbe stata più la stessa.

90 secondi di terrore

Erano le 19 e 34 e 52 secondi del 23 novembre 1980, una serena domenica sera d’autunno, quando la terra d’Irpinia cominciò a tremare. Circa 90 secondi, un infinito minuto e mezzo di buio, di terrore, un salto nel vuoto più incognito.

La scossa caratterizzata da magnitudo di 6.9 (X grado della scala Mercalli) costò la vita a 2914 persone e causò 8848 feriti e un numero stimato in circa 280 000 sfollati.

I comuni più prossimi all’epicentro come Sant’Angelo dei Lombardi, Lioni, Conza della Campania, Castelnuovo di Conza (il comune più vicino all’epicentro), Santomenna, Laviano e Muro Lucano furono praticamente rasi al suolo.

40 anni fa il terremoto dell’Irpinia: il dopo raccontato da Stefano Ventura in “Storia di una ricostruzione”
Condivisa via Wikipedia Creative Commons.

In molti di essi sono ancora visibili i segni della sciagura e quelli di una ricostruzione mai decollata oggetto del volume Storia di una ricostruzione. L’Irpinia dopo il terremoto.

La quarta del libro

Nell’autobiografia collettiva di un luogo ci sono cicatrici profonde che non lasciano illeso nessuno. A volte queste ferite si espandono fino a tutta la comunità nazionale. Il terremoto del 23 novembre 1980 ha diviso in due la storia di centinaia di migliaia di persone e di decine di paesi e città. Nell’occasione del quarantesimo anniversario è opportuno quindi raccontare i problemi, le storie e i processi che hanno caratterizzato la ricostruzione dopo il terremoto con il supporto delle voci dei protagonisti, dei dati e delle cifre, di alcuni casi esemplari e utili alla comprensione. Pensare non solo al ricordo ma a un’analisi ragionata e approfondita.

Antonio Pagliuso