Mille anni e non sentirli, alla scoperta del Platano di Curinga

Sfiora il trionfo il Platano millenario di Curinga nel concorso dell’Albero europeo dell’anno. L’importante riconoscimento va alla millenaria Carrasca di Lecina, in Spagna.

Il Platano millenario di Curinga (o di Vrisi) non riesce nell’impresa di vincere il titolo dell’Albero europeo dell’anno 2021. Soltanto secondo posto per l’albero, l’unico italiano in concorso, che ha ottenuto ben 78.210 voti totali. A vincere l’insigne riconoscimento è stata la millenaria Carrasca di Lecina, nella provincia spagnola di Huesca, che ha battuto, grazie a 104.264 voti, la concorrenza degli altri quattordici alberi finalisti. Al terzo gradino del podio si è piazzato l’antico Sicomoro di Derbent, Russia, con 66.026 preferenze.

La millenaria Carrasca di Lecina succede nell’albo d’oro della manifestazione istituita da Environmental Partnership Association al cosiddetto Guardiano del villaggio allagato, il pino silvestre di Chudobín, in Repubblica Ceca, che trionfò nell’edizione 2020.

Scopriamo il millenario Platano di Curinga

Resta quindi l’amaro in bocca per il Platano di Vrisi, tra i favoriti della vigilia per il successo finale. La medaglia d’argento, però, dovrà essere uno stimolo per far conoscere la pianta in giro per l’Europa e il mondo.

Mille anni e non sentirli, alla scoperta del Platano di Curinga

Il millenario albero è alto 31,5 metri e ha una circonferenza di oltre 14 metri. L’interno del Platano di Cruinga è completamente cavo, tanto che, come suggerisce il professore Cesare Cesareo nel libriccino Itinerari curinghesi nato da un progetto di collaborazione tra Associazione per Curinga e la scuola elementare locale, potrebbe ospitare “comodamente più di dieci persone”. La leggenda vuole che furono gli stessi monaci basiliani del monastero di Sant’Elia Vecchio a piantare l’albero, all’incirca mille anni fa.

Per conoscere meglio la storia della grande pianta sita nel comune di Curinga, segnaliamo un altro libro di recente uscita: La leggenda del platano di Vrisi di Franco Fruci.

Antonio Pagliuso

Foto Antonio Pagliuso