Dal 1° marzo 2021 la Sardegna è diventata la prima regione italiana a entrare nella nuova zona bianca, dove le restrizioni per la pandemia in corso sono limitate al coprifuoco e all’ovvio, come il divieto di assembramenti e l’utilizzo della mascherina. Una ragione in più per recarsi in un museo, tra i luoghi a lungo chiusi e che da poco hanno ripreso l’attività. Al MAN Museo d’Arte Provincia di Nuoro è aperta la mostra fotografica “Lisetta Carmi. Voci allegre nel buio. Fotografie in Sardegna 1962-1976”, curata da Luigi Fassi e Giovanni Battista Martini.
La fotografa
Lisetta Carmi è una fotografa italiana nata a Genova il 15 febbraio 1924. A causa delle sue origini ebraiche, con l’emanazione delle leggi razziali la famiglia Carmi dovette abbandonare l’Italia e riparare in Svizzera. Lisetta – diminutivo di Annalisa – e la famiglia tornarono nella Penisola con la fine della guerra e la caduta del fascismo e la ragazza, dopo una parentesi importante e neppure tanto breve nel mondo della musica, con la seconda metà degli anni sessanta scelse di dedicarsi interamente alla fotografia.
![“Fotografie in Sardegna 1962-1976”, la mostra dell’isola che non c’è più](http://glicineassociazione.com/wp-content/uploads/2021/03/Orgosolo-uscita-dalla-chiesa-1964-©Lisetta-Carmi-Martini-Ronchetti.jpg)
La mostra
La grande fotografa italiana racconta la Sardegna che non c’è più, o meglio, quella di cui non si parla più, soppiantata dalla presenza di imprenditori con l’accento tutt’altro che sardo e dagli strepitii di vacanzieri che, spinti dall’emulazione, si affollano sulla costa – Smeralda, d’Olbia, Paradiso e dei Grifoni che sia – di un’isola che non ci metteremmo la mano sul fuoco che siano capaci non di conoscerne un solo nuraghe o una sola domu de janas, ma di individuarne anche una delle centinaia di località su una cartina geografica.
La Sardegna raccontata negli scatti di Lisetta Carmi – che ha scoperto l’isola del Mediterraneo a seguito di un articolo letto sulle famiglie povere di Orgosolo, piccolo borgo della Barbagia di Nuoro, oggi famoso per essere tappezzato da circa duecento coloratissimi murales – è la terra aspra e selvaggia che era (in gran parte, con delle fortunate espressioni di resistenza) prima che fosse venduta – assieme alla sua anima – dai nativi, genuflessasi ai quattrini dei ricchi e, ancor peggio, dei poveri che ne hanno fatto la località turistica per eccellenza delle estati italiane degli ultimi cinquant’anni.
![“Fotografie in Sardegna 1962-1976”, la mostra dell’isola che non c’è più](http://glicineassociazione.com/wp-content/uploads/2021/03/Porto-Cervo-1964-©Lisetta-Carmi-Martini-Ronchetti.jpg)
Aperta fino al 20 giugno
Per poter visitare la mostra fotografica “Lisetta Carmi. Voci allegre nel buio. Fotografie in Sardegna 1962-1976” è consigliata la prenotazione al numero 0784/252110 o tramite mail all’indirizzo reception@museoman.it. La mostra sarà aperta da lunedì a venerdì e fino al 20 giugno. Dopo la Sardegna andrà momentaneamente in prestito ai villeggianti per la nuova estate.
Antonio Pagliuso
Foto © Lisetta Carmi-Martini & Ronchetti tramite PCM Studio di Paola C. Manfredi