Sempre più ricca la proposta del Parco archeologico di Sibari. Il sito, dotato di autonomia speciale per il suo rilevante interesse nazionale, apre anche le sale multimediali nel cosiddetto “Modulo ippodameo”.
Comunicato stampa
L’interazione fra tempi, luoghi e persone è il filo che unisce gli eventi che arricchiscono la proposta culturale del Parco archeologico di Sibari. L’Istituto calabrese del Ministero della Cultura, recentemente dotato di autonomia speciale, apre al pubblico le porte di uno spazio multimediale stabile e di una mostra temporanea, che integra e dialoga col nuovo allestimento, anch’esso temporaneo, del Museo nazionale archeologico della Sibaritide. Così come le nuove tecnologie entrano in relazione con l’archeologia e l’arte antica con la contemporanea.
Il passato incontra il presente nei disegni dell’artista Giorgia Catapano, in esposizione nelle sale del museo dall’8 dicembre 2021 all’8 marzo 2022. Tant’è che Invocazioni, il titolo della rassegna, è anche una dichiarazione d’intenti, un atto programmatico.
“In qualche modo mi piace pensare di avere invocato il tempo più fiorente della città e della bellezza perché ci aiutasse a indirizzarci nel caos contemporaneo, creando una sorta di dialogo tra tempi storici”, spiega l’artista di origini tarantine a proposito della genesi della sua produzione pittorica, concepita come una sorta di rito liberatorio dall’incertezza scaturita dalla pandemia. Attraverso la riproduzione di reperti archeologici, conservati in musei italiani e stranieri, su pagine di quotidiani nazionali e internazionali, Catapano ricolloca forme dell’arte antica nella contemporaneità. Tra i soggetti scelti per la realizzazione di alcuni disegni della serie, compaiono anche reperti della collezione del Museo sibarita. Da qui l’interesse del Parco di Sibari nel promuovere la mostra, rendendola un’opportunità per valorizzare le proprie collezioni e un’occasione per interpretare l’archeologia attraverso la lente dell’arte contemporanea. In uno scambio continuo fra il “dentro” e il “fuori”, nella convinzione che un museo non debba solo custodire dei reperti, dei manufatti antichi, ma anche andare incontro all’anima delle comunità del territorio.
Dall’8 dicembre sono aperte al pubblico anche le sale multimediali nel cosiddetto “Modulo ippodameo” (dal nome di Ippodamo da Mileto, celebre architetto greco che tracciò il piano urbanistico ortogonale dell’insediamento di Turi), un edificio costruito nel 2016, in aggiunta agli spazi espositivi del Museo, in seguito ad un finanziamento del Fondo europeo di sviluppo regionale. Le nuove sale offrono un interessante percorso multimediale, progettato con la direzione scientifica del direttore del Parco archeologico di Sibari, Filippo Demma, e la collaborazione di grandi nomi dell’archeologia italiana. I visitatori potranno assistere a videoinstallazioni su Sibari e Turi (colonia greca fondata dopo la distruzione della prima), vestire i panni di un archeologo attraverso esperienze di gaming, ripercorrere la storia del territorio della Sibaritide (che si estende dal Pollino alla Sila) grazie a raffinate animazioni impreziosite dalla voce dell’attore Giuseppe Cederna e manipolare virtualmente reperti del Museo in 3D, tra cui il celebre Toro cozzante.
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L’interazione fra elementi, persone, territorio, presente e passato, ha ispirato anche la nuova identità visiva del Parco archeologico di Sibari, a cominciare dal logo, risultato della stilizzazione del moto ondoso che è stato geometrizzato, trasformato in un segno grafico vettoriale, attraverso le proporzioni della sezione aurea. A rendere visibile lo stretto rapporto che lega acqua, terra e uomo in questo territorio caratterizzato dal fenomeno della subsidenza, l’abbassamento progressivo di porzioni di terreno, con periodici allagamenti e continui interventi di manutenzione.
Foto Ufficio stampa e promozione culturale Ministero della Cultura Direzione Regionale Musei Calabria