Più libri più liberi 2021, non basta darsi dell’“indie” per sostenere la piccola e media editoria

Basta darsi dell’“indie” per sostenere la piccola e media editoria? Questo il quesito al centro di un incontro professionale di Più libri più liberi 2021.

Scrittori, editori e lettori tornano con la testa tra la Nuvola. A Roma, dopo due anni di pausa forzata, apre Più libri più liberi, la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria, promossa e organizzata dall’Associazione Italiana editori (AIE).

Alla Nuvola dell’Eur, dal 4 all’8 dicembre, oltre al ritorno ai festival in presenza si festeggiano anche i vent’anni della manifestazione editoriale dedicata esclusivamente agli editori italiani piccoli e medi – circa 500 quelli presenti alla rassegna.

Ed è proprio sugli editori emergenti che si è concentrato uno degli incontri professionali, curato da AIE in collaborazione con NielsenIQ, più interessanti della prima giornata del festival: “La piccola e media editoria tra 2019 e 2021. Basta «indie»?.

Grande crescita per la piccola e media editoria

Si parte da un dato entusiasmante: nel 2021 la piccola e media editoria è cresciuta del 25% nei confronti dello scorso anno (anche di più rispetto al mercato complessivo del libro che si assesta al 22%), per un mercato che vale 612,4 milioni di euro, 185 dei quali generati dai piccoli editori, quelli che registrano vendite sotto il milione di euro. Numeri difficilmente pronosticabili poco meno di due anni fa, quando gli editori si trovavano travolti, come tutti, dall’ignoto virus del Covid-19. Da questi dati emerge la grande capacità di reazione che hanno avuto gli editori.

“Gli editori non si sono lasciati abbattere e hanno costruito un risultato che ha dell’incredibile” dice Renata Gorgani (amministratore delegato e direttore editoriale de Il Castoro), sottolineando in specie la resistenza di quelli indipendenti, i piccoli editori, meno tutelati, con le spalle meno protette rispetto ai grandi gruppi editoriali.

Buona parte del successo del mercato del libro dipende dagli editori piccoli perciò viva gli indipendenti. Sì, ma basta dire “indie” per dare una mano alla piccola e media editoria? Gerardo Mastrullo (editore de La Vita Felice), sostiene che non basta affatto professarsi tale, ma che ci vogliono azioni più concrete, ponendo l’accento sulla necessità di “ricostruire lo strappo tra librerie indipendenti e piccoli editori”. Di fatti, molte librerie, seppur indipendenti, scelgono di esporre principalmente libri dei grandi marchi, lasciando le briciole ai medi, piccoli e piccolissimi editori anche per la minore velocità di consegna dei distributori dei “piccoli” rispetto a quelli dei “grandi” e della concorrenza feroce dei negozi online che riescono, anche nel giro delle ventiquattro ore, a fare pervenire il volume richiesto dai loro magazzini alle mani del cliente.

Nel corso dell’incontro “La piccola e media editoria tra 2019 e 2021. Basta «indie»?”, sotto la moderazione di Sabina Minardi (L’Espresso), sono intervenuti anche Ricardo Franco Levi (presidente AIE) Diego Guida (presidente del Gruppo piccoli editori di AIE) e Giovanni Peresson (responsabile ufficio studi AIE) e si è discusso di importanza del catalogo sulle novità, di relazioni tra librerie e editori e librerie e lettori e di come i profili del comparto editoriali siano mutati dal 2019 a oggi, di come si siano evoluti a causa della crisi pandemica.

Antonio Pagliuso