cinquina premio campiello 2022

La Giuria dei letterati, presieduta da Walter Veltroni, ha selezionato i cinque libri finalisti del Premio Campiello 2022 sui settantotto libri ammessi dagli oltre trecentosessanta volumi pervenuti nel corso degli ultimi mesi.

In diretta streaming dall’aula magna Galileo Galilei, Palazzo del Bo’ dell’Università degli Studi di Padova, storico ateneo che proprio qualche giorno fa ha celebrato i suoi ottocento anni dalla fondazione, la giuria composta, oltre che dal presidente Veltroni, da Daria Galateria, Luigi Matt, Edoardo Camurri, Federico Bertoni, Daniela Brogi, Roberto Vecchioni, Lorenzo Tomasin, Emanuele Zinato, Chiara Fenoglio, Pierluigi Battista e Silvia Calandrelli ha scelto i finalisti del premio letterario che quest’anno festeggia i suoi sessant’anni.

A seguito di accesa votazione, la cinquina selezionata è la seguente:

La foglia di fico. Storie di alberi, donne, uomini di Antonio Pascale (Einaudi), il primo volume a raggiungere la soglia minima d’accesso alla cinquina;

Nova di Fabio Bacà (Adelphi);

Stradario aggiornato di tutti i miei baci di Daniela Ranieri (Ponte alle Grazie);

I miei stupidi intenti di Bernardo Zannoni (Sellerio);

Il tuffatore di Elena Stancanelli (La nave di Teseo).

È questa la cinquina della LX edizione del prestigioso Premio Campiello.

La giuria popolare sceglierà tra questi cinque il libro vincitore del Premio Campiello 2022. La finale si svolgerà al Gran Teatro La Fenice di Venezia il prossimo 3 settembre. A condurre la cerimonia saranno la conduttrice tv Francesca Fialdini e il musicista Lodo Guenzi.

Campiello Opera Prima 2022

Premiato nel corso della mattinata anche il vincitore del Premio Campiello Opera Prima. Il riconoscimento è andato a Francesca Valente con Altro nulla da segnalare (Einaudi), già Premio Calvino 2021, che ha avuto la meglio su altre sedici opere prime segnalate.

Questa la motivazione: “Il romanzo di Francesca Valente reinventa letterariamente – a partire da un’esperienza reale degli anni Ottanta – il mondo dei pazienti psichiatrici portando nella vita quotidiana di un reparto ospedaliero uno sguardo straniante e sdoppiato: quello della voce narrante e quello dei rapporti stesi dagl’infermieri, presentati come veri referti documentari. Il risultato è un congegno dalla struttura e dal ritmo inusuali. Sono due punti d’osservazione dei quali l’autrice sa gestire in modo sapiente gli scarti, le convergenze, le perplessità e la dolente e paradossale normalità, aprendo interrogativi profondi sul confine tra salute e infermità, tra disagio e appagamento, tra vicinanza dei curanti e indifferenza del mondo”.