Recensioni: “Edipo a Berlino” di Francesca Veltri

Gli orrori della Shoah raccontati sotto un altro punto di vista che permette al lettore di oggi di indagarli. In Edipo a Berlino di Francesca Veltri, la tragedia di popoli si incarna nella tragedia di un uomo, un moderno Edipo.

Edipo a Berlino romanzo di Francesca Veltri, edito da Divergenze e finalista al Premio Nazionale La Giara-RaiEri, si qualifica fin dalle prime righe come un’affascinante storia nella Storia, e nonostante quello che percorre sia un terreno già ampiamente battuto a livello letterario – parliamo della Shoah e della Seconda guerra mondiale – questa è una storia nuova.

Quella di un conflitto intimo, profondo e devastante, sciolto in una prosa lucida e tesa come una lama che fende a colpi netti e trasversali la psicologia di ogni singolo attore del dramma. E non è il dramma al quale siamo abituati perché cambia il punto di vista – un punto mobile, in evoluzione – e cambia, di conseguenza, l’intera narrazione dell’orrore: questo non è più solo fatto deprecabile, esterno all’osservatore giudicante, ma viene focalizzato nella sua origine più nascosta e più oscura, là dove nasce, nelle pieghe più impervie dell’animo umano. Ciò non ne svilisce affatto l’enormità: permette anzi al lettore moderno di indagarla, come sotto una lente che rende terribilmente vicino ciò che la Letteratura e il tempo tendono normalmente ad allontanare.

Così una tragedia di popoli e nazioni si incarna nella tragedia di un uomo, un Edipo moderno, intimamente diviso dalla stessa sua storia, costretto a maturare le proprie consapevolezze a carissimo prezzo, e a raggiungere la sua Colono Sofoclea dopo aver attraversato la devastazione di una guerra prima di tutto interiore.

Sarà fin da subito accompagnato da personaggi similmente abituati a lottare contro se stessi, interrogati da domande esistenziali che si concretizzano nelle scelte poste in maniera ineludibile dal loro tempo. Tutto questo crea delle atmosfere estremamente reali, rendendoli aderenti all’epoca che vivono in maniera talmente profonda da scongiurare del tutto l’effetto del “falso storico”. Si tratta di un effetto che caratterizza purtroppo tanta narrativa moderna e contemporanea, persa nel tentativo di intessere trame su un periodo ancora passibile di essere visto attraverso gli occhi di testimoni viventi, o che con i loro scritti hanno lasciato tracce inconfutabili di una verità capace di far impallidire qualsiasi invenzione.

Non è il caso di Francesca Veltri: Edipo a Berlino risulta infatti straordinariamente convincente, adatto ai palati letterari più sofisticati ed esperti in materia, grazie anche a un minuzioso – e invisibile – lavoro di documentazione e di ricerca. Ciò rende questo libro sicuramente un romanzo irrinunciabile per gli appassionati di quest’angolo di Storia e per chi vuole vederla sotto una luce inedita, profondamente nuova.

Giulia De Sensi