Birmania e Vietnam inaugurano le monografie di O barra O edizioni

O barra O edizioni pubblica una serie di volumi monografici curati da Maurizio Gatti su quattro Paesi del Sudest asiatico: Birmania, Vietnam, Cambogia e Laos.

Inaugurata una intrigante uscita editoriale per O barra O edizioni, in cui la prima O sta per occidente, la seconda per oriente, due estremi della cultura che si uniscono nell’offerta della casa editrice (marchio di Ibis) con sede a Pavia. Sono infatti in corso di pubblicazione quattro monografie dedicate ad altrettanti Paesi del Sudest asiatico: Birmania, Vietnam, Cambogia e Laos.

I volumi monografici, curati da Maurizio Gatti, grande conoscitore dell’Estremo Oriente, permettono al lettore di avere un primo contatto o riscoprire i tratti antropologici, etnografici, culturali e letterari di questi Paesi, ma anche le vicende storiche e politiche, sovente anche drammatiche, che hanno traversato nel corso dei secoli.

Le prime due uscite sono dedicate a Birmania e Vietnam.

Birmania

Conosciuta oggi col nome Myanmar, la Birmania è definita spesso il Paese delle mille pagode e delle divinità animiste Nat, indice di quanto la Birmania sia una terra dalla fortissima spiritualità – predominante il credo buddista di scuola theravada – e che per tal ragione sia meta di pellegrinaggio da ogni parte del mondo, seppur ancora poco conosciuta e compresa dal nostro pensiero occidentale.

La Birmania è raccontata attraverso narrazioni firmate da autori internazionali quali George Orwell e Rudyard Kipling e reportage che ci permettono di scoprire le bellezze del Paese: i centinaia di monasteri e pagode, tra cui la leggendaria Pagoda Shwedagon di Rangoon – al cui interno è conservata una inestimabile statua di Buddha arricchita da oltre trecento chili di giada, rubini, diamanti e pietre preziose –, la città benedetta da Buddha di Mandalay – costruita secondo la leggenda sui corpi di persone sepolte vive –, il Monte Popa, vulcano casa dei nat che è considerato un po’ l’Olimpo birmano.

Vietnam

Il volume dedicato al Vietnam, o meglio, Việt Nam, è segnato da una serie di resoconti di viaggiatori e giornalisti europei come Albert Londres che nel 1922 si recò in Vietnam, a Saigon – nome tra i più esotici di tutto il continente asiatico per l’immaginario occidentale – e a Dalat, al seguito di una battuta di caccia alla tigre nella misteriosa giungla indocinese. Ad arricchire l’opera anche gli scritti di saggisti e storici locali che illustrano le tradizioni e costumi del popolo vietnamita – in evidenza il gustoso saggio di Ton That Binh sulla vita a Hué, Patrimonio Unesco e città proibita del Vietnam, tra innumerevoli mogli e concubine, eunuchi compiacenti e meravigliose odalische – per lunghissimi secoli in lotta per conquistare la propria indipendenza.

Antonio Pagliuso

Foto di Marcin Konsek condivisa via Wikipedia con licenza CC BY-SA 4.0