“Il mondo di Pasolini, tra il mare e le città”

Semaforo verde per “Il mondo di Pasolini, tra il mare e le città”, il progetto che il Gruppo Ermada Flavio Vidonis di Duino Aurisina, col sostegno di Duino book festival del libro e importanti partner istituzionali e culturali, ha ideato per ricordare Pier Paolo Pasolini nel centenario della nascita.

Da Bologna fino al lido di Ostia, nel ricordo di Pier Paolo Pasolini

Il progetto è partito sabato 5 marzo a Bologna, nelle sale del Museo civico archeologico, a pochi minuti da via Borgonuovo, lì dove il poeta, regista e intellettuale venne alla luce il 5 marzo di cento anni fa; una scelta simbolica fortemente voluta da Massimo Romita, presidente di Gruppo Ermada, e dall’intero sodalizio.

Un fantastico viaggio che, partendo dai portici della città felsinea, toccherà, per tutto l’anno, i luoghi in cui visse e lavorò il letterato. Da Bologna, infatti, l’itinerario culturale de “Il mondo di Pasolini, tra il mare e le città” si muoverà verso il Friuli, quindi Casarsa della Delizia, il Lazio, la Puglia, la Calabria, per giungere a conclusione al lido di Ostia il prossimo 2 novembre, nel luogo e nel giorno esatti in cui PPP trovò la brutale morte nel 1975. “In quella data – ha anticipato Romita nel corso della conferenza di presentazione – verrà posata, proprio a Ostia, una targa in memoria dell’autore.”

Obiettivi e attività del progetto

Proposto alla Regione Friuli Venezia Giulia, il progetto si prefigge l’obiettivo di indagare la personalità di Pier Paolo Pasolini, nella complessità sia della persona, sia dell’artista, sia dell’epoca in cui svolse la sua attività culturale, giornalistica e d’impegno civile.

Nel corso dell’intervento, Romita ha svelato alcune attività che saranno svolte: sono previsti una pièce teatrale e un docufilm sui paesi e le città di Pasolini a opera di Linda Simeone, direttrice de Le vie delle Foto.

Proprio sul tema dei luoghi del poeta sono intervenuti i delegati dei partner: Luigi Orilia, presidente della sezione di Borgo Hermada, e Ilaria Bruni, archeologa e direttrice del polo museale di Terracina, che hanno parlato della cittadina pontina che PPP visitò già dal 1950. Un crocevia di passaggio della transumanza sulla via Appia, un paese “polveroso, color fumo e pietra” che rischia di scomparire sotto i colpi della selvaggia cementificazione degli ultimi decenni.

Luigi Orilia

Si sono susseguiti, poi, in presenza e da remoto, gli interventi di Antonio Pagliuso, caporedattore di Glicine Rivista, che ha raccontato del passaggio, tra la fine degli anni cinquanta e la prima metà dei sessanta, di Pasolini in Calabria, rapporto vivace culminato con le riprese di alcune scene de Il Vangelo secondo Matteo, di Marco Lodi, presidente di Giano Public History APS, e di Mirtide Gavelli, curatrice e responsabile della biblioteca del Museo civico del Risorgimento di Bologna.

Antonio Pagliuso, Ilaria Bruni e Massimo Romita

Pasolini, una eredità impossibile che fa gola a molti

Nel pomeriggio, negli spazi del circolo culturale CostaArena, si è tenuta la discussione dal titolo “L’eredità impossibile. Conversazione su Pier Paolo Pasolini nel centenario della sua nascita” con Antonio Tricomi, professore e critico letterario, Luca Mozzachiodi, ricercatore universitario, e Christian Sinicco, poeta. 

I protagonisti dell’incontro si sono concentrati su quel che rimane della sterminata opera pasoliniana, impossibile da eguagliare e tuttora oggetto di studi, rinvigoriti dal centenario che segnerà questo 2022. In particolare, Antonio Tricomi, autore del saggio Pasolini (edito Salerno), ha posto la lente sul subdolo processo di “canonizzazione” di PPP, con partiti e movimenti politici che, opportunisticamente, tentano di appropriarsi del pensiero dell’artista per investirlo sul tavolo confuso della nostra contemporaneità.

Luca Mozzachiodi, Antonio Tricomi e Christian Sinicco

Pasolini, con la forza delle sue posizioni, incarnò in maniera perfetta la figura dell’intellettuale del suo tempo, “da moderno antimoderno”, il più significato dal secondo dopoguerra alla metà degli anni settanta; una eredità impossibile da conquistare, soprattutto perché è cambiato drasticamente il contesto politico e sociale: oggi non esistono più i partiti di massa di un tempo e i mass media hanno una potenza e capillarità inimmaginabile fino a quaranta, cinquant’anni fa. Pertanto, sostiene Tricomi, “se vogliamo prendere posture alla Pasolini siamo fuori tempo massimo. Non è possibile, oggi, giocare la partita giocata da lui”. Si rischierebbe, di fatti, di risultare inconsistenti, se non già ridicoli.

Un dibattito critico e diversificato su una delle figure più poliedriche ed enigmatiche del Novecento. Il cammino de “Il mondo di Pasolini, tra il mare e le città” sulle tracce di Pier Paolo Pasolini è appena cominciato.