Il Canto lirico italiano in corsa per entrare nella lista del Patrimonio Immateriale dell’Umanità

Il Comitato per il Patrimonio immateriale dell’UNESCO riunito in Botswana ha proclamato il Canto lirico italiano elemento del Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Iscrizione anche per l’Irrigazione tradizionale in Alta Val Venosta e la Transumanza, le migrazioni stagionali del bestiame.

“È un traguardo importantissimo conseguito dopo un lungo percorso avviato nel 2011 quando i cantanti lirici solisti si costituirono in un’associazione denominata Cantori Professionisti d’Italia col fine di riunire la categoria e permettere un confronto professionale su un ampio ventaglio di problematiche, a partire dalla difesa e la diffusione del valore della musica e più specificatamente del teatro d’opera quale eccellenza e patrimonio della cultura della Repubblica Italiana. Fu proprio il dialogo interno a questa comunità ad accendere quella scintilla che avrebbe portato all’elaborazione di una prima bozza di dossier per candidare l’Opera lirica italiana alla commissione Unesco.” 

Così Assolirica commenta l’iscrizione del Canto lirico italiano nella lista del Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO. Il riconoscimento è arrivato in Botswana nel corso della XVIII Sessione dei membri del Comitato Intergovernativo per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO.

“Questo è un riconoscimento molto importante e significativo per il mondo dell’Opera, su cui noi come ministero stiamo lavorando molto” ha detto il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi. “È un riconoscimento ai 400 anni di storia del canto lirico italiano e a una forma d’arte che tra i vari significati ha anche quello di portare la lingua italiana in giro per il mondo, tenendo viva la nostra lingua.”

Il Canto lirico italiano entra nel Patrimonio Immateriale italiano

Il Canto lirico italiano diventa così la sedicesima pratica italiana iscritta nella speciale lista. I primi beni intangibili italiani iscritti sono stati nel 2008 l’Opera dei pupi siciliani e il Canto a tenore sardo.

Salgono a 18  gli elementi italiani nella lista del Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO

Nella stessa sessione ospitata dallo stato africano, l’Italia ha visto riconoscere l’ingresso di altre due pratiche transnazionali – ovvero condivise con altre nazioni – che fanno così salire a diciotto il numero di eccellenze iscritte nella lista del Patrimonio Immateriale dell’Umanità: l’Irrigazione tradizionale in Alta Val Venosta e la Transumanza, le migrazioni stagionali del bestiame.

Ecco la lista aggiornata dei diciotto Patrimoni Immateriali dell’Umanità italiani:

L’opera dei pupi siciliani;

il Canto a tenore sardo;

la Liuteria tradizionale di Cremona;

la tradizione delle Feste delle grandi macchine a spalla;

la Dieta mediterranea (elemento transnazionale);

la Coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria ;

l’Arte del pizzaiuolo napoletano;

l’Arte dei muretti a secco (elemento transnazionale);

la Celebrazione della Perdonanza Celestiniana;

l’Alpinismo (elemento transnazionale);

l’Arte delle perle di vetro (elemento transnazionale);

l’Arte musicale dei suonatori di corno (elemento transnazionale);

la Falconeria (elemento transnazionale);

la Caccia ed estrazione del tartufo;

le Tradizioni di allevamento del lipizzano (elemento transnazionale);

il Canto lirico italiano;

l’Irrigazione tradizionale in Alta Val Venosta;

la Transumanza (elemento transnazionale).

Inoltre c’è anche il riconoscimento ottenuto nel 2022 del Tocatì, Festival Internazionale dei Giochi in Strada di Verona, come Buona Pratica di Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale.

Foto di Matheus Viana da Pexels