“L’arte restituita”, a Lamezia Terme una mostra di opere confiscate alle mafie

“Visioni civiche. L’arte restituita” è il titolo di un inedito progetto espositivo che dal 18 giugno al 28 luglio sarà visitabile al Museo archeologico lametino, a Lamezia Terme.

La collezione che distinguerà la mostra “Visioni civiche. L’arte restituita”, promossa da Fondazione Trame in collaborazione con l’Associazione culturale MetaMorfosi, a cura del professor Lorenzo Canova, e con Agenzia dei Beni Confiscati, Direzione Regionale Musei Calabria – Ministero della Cultura, Città Metropolitana di Reggio Calabria, con il sostegno di Fondazione Cassa Depositi e Prestiti – Ecosistemi Culturali, è composta da una selezione di opere d’arte sequestrate alla criminalità organizzata.

La inaugurazione della mostra è prevista martedì 18 giugno in occasione della prima giornata della XIII edizione di Trame Festival dei libri sulle mafie – che partirà proprio quel giorno per durare fino a domenica 23.

Gli autori delle opere d’arte della mostra “Visioni civiche. L’arte restituita”

“Visioni civiche. L’arte restituita” avrà opere di pittori del Novecento come Pietro Annigoni, il cosiddetto Pittore delle regine – celebre un suo ritratto della regina Elisabetta II del Regno Unito –, il paesaggista Michele Cascella, l’artista dell’avanguardia metafisica Giorgio de Chirico – di cui sarà esposta una acquaforte su cartoncino delle celebri Muse inquietanti –, i pittori espressionisti Antonio Ligabue e Giuseppe Migneco, e poi anche Giovanni Cappelli, Bruno Cassinari, Ernesto Treccani.

Ad arricchire l’esposizione artistica anche lavori di pittura e scultura di artisti del nostro secolo come Max Marra, Cesare Berlingeri, Paolo Porelli e Paul Kostabi.

Il desiderio di accumulare dei boss

“I criminali – comunica Trame Festival nella presentazione della mostra – avevano un debole per l’arte e raramente riuscivano a resistere alla tentazione di aggiungere un pezzo pregiato alle collezioni private. Il percorso espositivo comprende, così, una serie di lavori che ci parlano anche del gusto personale dei mafiosi-collezionisti o del loro desiderio di accumulare arte di artisti affermati o di autori emergenti, opere uniche o tirature di grafiche, passando dalla pittura alla scultura, fino a opere installative o polimateriche. Un percorso composto da quarantaquattro opere che si inserisce con forza nel fervido contesto di un festival dal grandissimo valore civile come Trame.”

Presente anche un falso Morandi

“È interessante notare come, nelle confische – aggiunge il curatore Lorenzo Canova –, ci siano non solo lavori di importanti maestri dell’arte italiana e internazionale tra Ventesimo e Ventunesimo secolo, ma anche dei quadri falsi come quello, esposto in mostra, che vuole contraffare un dipinto di Giorgio Morandi. Un documento paradossale che ci fa capire come anche i criminali possano, con ogni probabilità, essere vittime di una truffa.”