Insieme a quasi tremila vite, gli attentati terroristici dell’11 settembre 2001 causarono la distruzione di un ingente patrimonio di opere d’arte.
Ci sono dei momenti della storia in cui tutti ricordiamo esattamente dove ci trovavamo e con chi eravamo: fra questi, di certo, figura l’11 settembre 2001, il giorno degli attentati terroristici di New York alle Torri Gemelle e al Pentagono.
Le azioni criminali, che le indagini hanno ricondotto al movimento a ideologia islamista di al-Qaeda, causarono la morte di 2.977 persone e sconvolsero il mondo intero. Già nel corso presente di quel giorno nero, l’11 settembre 2011 prese i contorni di una cesura storica, la linea di confine fra un tempo di prima e un tempo di dopo.
L’arte perduta con gli attentati dell’11 settembre
Il crollo delle due Torri del World Trade Center, immortalato da migliaia di telecamere, inflisse un colpo mortale anche all’arte. Nel drammatico disfacimento dei due grattacieli siti nella parte sud dell’isola di Manhattan, inaugurati nel 1973 e che all’epoca della costruzione risultavano i più alti del pianeta, andò distrutto infatti anche un ingente patrimonio artistico.
Perduto un patrimonio artistico per 110 milioni di dollari
È stimato che opere per il valore di circa 110 milioni di dollari sono andati in fumo a causa degli attacchi terroristici dell’11 settembre; per la grande parte, corrispondente a circa 100 milioni, si trattava di quadri e sculture di enti e soggetti privati.
Non si conosce con precisione il numero di opere d’arte di proprietà privata andate perdute, ma alcuni dati sono stati divulgati: secondo alcune notizie, gli uffici della società di servizi finanziari Cantor Fitzgerald, collocati dal piano numero centouno al centocinque della Torre nord, custodivano circa trecento calchi di sculture di Auguste Rodin, oltre a centinaia di altri manufatti, tanto che la stampa aveva definito gli uffici della Cantor Fitzgerald “un museo nel cielo”. Ragguardevoli perdite sono state denunciate anche dalla multinazionale Citigroup; la banca, fra le quattro più grandi degli Stati Uniti d’America, nella strage avrebbe perso oltre millecento opere artistiche fra murali, stampe, mobili antichi e porcellane.
Lo scultore Michael Richards
Fotografi, scultori, artisti da tutto il mondo si incontravano e allestivano gli studi nel complesso di Manhattan. Nell’attentato alle Torri Gemelle perse la vita anche Michael Richards, scultore di origini giamaicane e costaricensi che si trovava nel suo studio al novantaduesimo piano della Torre nord del World Trade Center – immediatamente sotto il punto di impatto del Boeing 767, il primo degli aerei dirottati –, impegnato nella realizzazione di una scultura, andata distrutta assieme a tutte le altre che impreziosivano lo studio.
Per quel che riguarda le opere d’arte pubbliche le informazioni sono molto più chiare. Il crollo delle Twin Towers portò alla perdita per sempre di alcuni lavori d’arte originali. Fra questi l’Arazzo del World Trade Center, manufatto di lana e canapa delle dimensioni di 6,1 metri per 10,7, realizzato nel 1973 da Joan Miró e Josep Royo, esposto nella Torre sud del complesso fino alla tragica mattina di martedì 11 settembre 2001. Ideogram era invece il nome della emblematica scultura in acciaio inossidabile realizzata dallo scultore americano James Rosati, situata dal ’72 in mezzo alle due Torri. L’opera era fra le più fotografate dai turisti di passaggio per Manhattan ed è stata ripresa in tanti spot pubblicitari precedenti l’assalto.
Distrutto in conseguenza all’attentato anche il memoriale del precedente attacco alle Torri del 1993. Il Memoriale dell’attentato al World Trade Center era stato creato per ricordare le sei vittime e il migliaio di feriti del crimine e si trovava nel punto in cui il 26 febbraio 1993 fu piazzata l’autobomba da parte dei terroristi.
Opera di Elyn Zimmerman, il lavoro fu commissionato dalla Port Authority of New York & New Jersey Art Commission e consisteva in una fontana di granito a formare un occhio di bue. L’opera presentava una serie di incisioni che perpetuavano la memoria dell’azione di violenza che non sarebbe stata l’ultima per il luogo e la gente che lo frequentava.
Un altro manufatto andato perduto è la World Trade Center Plaza Sculpture, una scultura piramidale dell’artista giapponese Masayuki Nagare – alta oltre 4 metri d’altezza –, rimasta, in vero, solo danneggiata dal collasso delle Torri ma distrutta nel corso degli interventi di emergenza per entrare nell’area del disastro.
Uscita gravemente danneggiata da quell’infausto giorno fu anche la scultura in acciaio nota come Bent Propeller. L’opera dello scultore americano Alexander Calder era composta da tre parti di metallo di colore rosso, curvati in modo da ricordare l’elica di una nave.
Data l’impossibilità di recuperarla, i resti di Bent Propeller furono custoditi dalla Fondazione Calder e oggi, in parte, sono conservati al National September 11 Memorial & Museum, inaugurato a Ground Zero, l’area in cui sorgevano le Torri trasformata in memoriale.
A salvarsi dagli attacchi terroristici di quella data incisa a fuoco nella nostra storia fu ben poco: su tutti, The Sphere, la scultura bronzea dello scultore tedesco Fritz Koenig che era collocata proprio fra le due Torri del World Trade Center. Rinvenuta sotto un cumulo di rovine, l’opera rimase praticamente illesa ed è ora esposta a Liberty Park di New York divenendo un memoriale delle vittime dell’11 settembre.
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Oltre alla insanabile ferita in termini di vite umane, l’11 settembre 2001 si portò via anche un inestimabile patrimonio d’arte. È pertanto che gli attentati di New York si sono indirettamente rivelati una delle più feroci aggressioni al mondo dell’arte. Attaccare la cultura altrui per affermare il proprio dominio ideologico: una delle più scellerate risoluzioni adottate dai sapiens.
The Sphere di Fritz Koenig
Foto di Michael Rieger / FEMA News Poto di pubblico dominio condivisa via Wikipedia
Antonio Pagliuso