Oltre trenta tra i massimi studiosi insieme dal 10 al 12 novembre per tre giorni di confronto, proposte e nuove ricerche. Curato dal Segretariato regionale del ministero della Cultura per la Calabria, il convegno “I Bronzi di Riace: 50 anni di studi e ricerche” rientra nell’ambito delle celebrazioni del 50° anniversario della scoperta dei Bronzi promosse dalla Regione Calabria.
Oltre trenta tra ricercatori e studiosi italiani e stranieri che dal 16 agosto del 1972 a oggi si sono occupati dei Bronzi di Riace si ritrovano sulla terrazza del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria per il convegno internazionale “I Bronzi di Riace: 50 anni di studi e ricerche”: tre giorni, dal 10 al 12 novembre, di presentazioni, approfondimenti, nuovi rilevamenti e proposte intorno ai due guerrieri di bronzo rinvenuti cinquant’anni fa nei fondali al largo di Riace.
L’archeologia subacquea incontra così l’arte antica, il restauro e la valorizzazione del territorio con quattro sezioni dedicate di approfondimento che vedranno alternarsi al tavolo grandi studiosi, archeologi, e non solo.
Il convegno “I Bronzi di Riace: 50 anni di studi e ricerche” sarà diviso in quattro sezioni:
Nella sezione archeologia subacquea sono presentate le campagne di ricerca che hanno interessato l’area del ritrovamento dei Bronzi fino al 29 ottobre 2022. Tra gli appuntamenti, i diretti protagonisti delle indagini di ricerca archeologica sui fondali antistanti Riace Marina presentano al pubblico i risultati delle attività di ricerca con focus su uno scavo archeologico “inverso”, a partire dal giorno di rinvenimento fino alla più recente campagna di indagine condotta dal Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Calabria con il proprio funzionario archeologo subacqueo d’intesa con i reparti di specialità dell’Arma dei Carabinieri – Nucleo Carabinieri Subacquei di Messina, Centro addestramento Carabinieri subacquei di Genova e Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza.
La sezione Storia dell’Arte Antica del convegno propone gli studi che fin dalla scoperta sono stati elaborati e che non accennano a pause, testimonianza dell’importanza del rinvenimento delle due statue nel mare di Riace e della loro attualità.Saranno presentati gli ultimi risultati, tra i quali l’importante contributo di recentissime ricerche in Grecia con l’individuazione dell’area dove vennero fuse le due statue. Una nuova serie di studi rivela anche l’importanza della ricostruzione delle rotte mediterranee nell’antichità, supportate da sempre più numerosi rinvenimenti di relitti con relativo carico. Due relazioni affronteranno questa problematica giungendo a conclusioni importanti per l’archeologia subacquea.
Per la sezione del restauro il convegno internazionale pone a confronto studi interdisciplinari per la prevenzione e protezione dei Bronzi di Riace. La storia dei Bronzi di Riace non termina con la loro scoperta e recupero: la conservazione delle due statue costituisce di fatto una serie di capitoli che si aggiungono a quanto già finora detto e illustrato. Le relazioni del Convegno aprono nuovi scenari, dove si percorrono strade nuove circa la manutenzione ordinaria e straordinaria dei due capolavori, sottoposti a impatti nuovi e continui da affrontare in tempi rapidi e con cognizione di causa. In questo senso, i Bronzi di Riace diventano di fatto dei veri apripista per nuove tecniche e metodi di restauro per quanto il Mediterraneo ha conservato nei suoi fondali, oggi interessati da inquinamenti che danno vita a nuove sfide anche per l’archeologia subacquea.
La quarta sezione insiste sulle nuove vie della valorizzazione. Nell’ultimo quarto del XX secolo il mondo è radicalmente cambiato con l’affermazione di internet e di nuove tecniche di comunicazione. La globalizzazione ha trasformato il modo di percepire la realtà, anche quella che fino a pochi anni fa era rappresentata dai musei di archeologia. La trasformazione in atto riguarda anche i Bronzi di Riace e tutta l’archeologia subacquea del Mediterraneo: dalle tecniche antisismiche per la conservazione dei reperti alle luci, dalla temperatura al grado di umidità determinato dal numero di visitatori presenti. Nuova e determinante importanza viene inoltre conferita all’ambiente che ha custodito nel tempo i siti archeologici sommersi: l’acqua del Mediterraneo, che diventa co-protagonista insieme ai Bronzi di Riace.
Foto Segretariato Regionale del MiC per la Calabria