“Prêt à Parterre”, il San Carlo di Napoli omaggia i suoi spettatori

Nell’ambito della programmazione per MeMus 2021 – 10 anni di Memoria e Musica, il Teatro San Carlo dedica una mostra ai suoi spettatori: “Prêt à Parterre: di Moda in Modi al San Carlo”, un viaggio dagli anni ’50 a oggi, tra mondanità e cultura.

comunicato stampa

Dedicato ai suoi spettatori: con “Prêt à parterre: di Moda in Modi al San Carlo” il Lirico più antico d’Europa celebra il pubblico, dopo il lungo periodo in cui è stato il grande assente, con un racconto negli spazi del MeMus, nel Palazzo Reale di Napoli. La narrazione, visiva e audiovisiva, parte per lo più dagli anni ’50 del Novecento, attraverso fotografie, libretti, biglietti, abbonamenti, oggetti vari, abiti e accessori, ma anche testimonianze del pubblico di oggi.

L’allestimento valorizza il fondo fotografico dell’Archivio Storico del San Carlo, oggetto di una recente digitalizzazione sostenuta dalla Regione con la Soprintendenza archivistica e bibliografica.

Gli scatti di Sophia Loren e Totò

Negli scatti dell’Archivio Riccardo Carbone appaiono le dive, da Sophia Loren a Ingrid Bergman, si possono ritrovare Totò e Roberto Rossellini, la Callas e Giulio Andreotti. Partner dell’iniziativa è il Museo della Moda di Napoli, i racconti storici sono di Sergio Ragni.

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“Il rapporto del pubblico con lo spettacolo – spiega il sovrintendente Stéphane Lissner – si vede anche nel modo in cui ci si veste per andare a teatro. Io credo che, particolarmente in Italia, questa consuetudine nasca da un retaggio storico e culturale, la lirica rappresenta nella storia dell’uomo un evento sociale e intellettuale in cui la comunità aveva modo di assistere a uno spettacolo straordinario insieme al re e alla nobiltà, e per dimostrare di essere all’altezza di questa comunione doveva apparire nel migliore dei modi. Ancora oggi, nei teatri d’Europa e al San Carlo, si respira un’atmosfera sospesa nel tempo in grado di evocarci un passato lontano, facendoci vivere una età dell’oro che abbiamo sempre immaginato e che arricchendosi, colorandosi, mutandosi è ancora nostra.”

L’opera come esperienza sociale

La direttrice generale Emmanuela Spedaliere che della mostra è ideatrice e curatrice con Giovanna Tinaro e Giusi Giustino sottolinea che “frequentare l’opera ha un significato diverso rispetto alle altre forme d’arte: è un’esperienza emozionale ma anche sociale. Il teatro d’opera nella storia è sempre stato strettamente connesso alla moda. A teatro come al cinema, i registi e i costumisti hanno da sempre decretato mode e modi di essere nella società reale”.

Foto pagina Facebook Teatro San Carlo