Recensioni: “Le copertine di Urania” di Michele Mari

Se in Italia dici fantascienza dici Urania. È stata la celebre serie di romanzi nata nel 1952 grazie all’editore Mondadori a portare il genere sugli scaffali dei lettori del Paese. Lo scrittore e poeta Michele Mari dedica un volume alla iconica collana.

Urania, sinonimo di fantascienza

Attraverso un suo racconto tratto dalla raccolta Tu, sanguinosa infanzia, pubblicata in prima edizione da Mondadori nel 1997, Michele Mari omaggia quella avventura editoriale con un libriccino pubblicato da Humboldt Books in cui racconta la storia di Urania e il suo rapporto personale con le pubblicazioni della collana – oltre mille e settecento numeri in più di settant’anni di cammino.

La veste grafica e i protagonisti dei libri Urania

Ne Le copertine di Urania Michele Mari parla dei cambiamenti di formato, dei colori, delle caratteristiche di copertina, degli illustratori che hanno contribuito alla gigantesca fortuna di Urania – Karel Thole su tutti, illustratore dei romanzi per oltre trent’anni. Ma soprattutto le inconfondibili copertine coi loro esseri mostruosi e paranormali: “loricati e squammosi, catafratti, pelosi, bavosi, mucosi, ungulati, fiammanti, bituminosi, lobati, crestati, gassosi, colanti, informi e deformi […] figure di plastico orrore che palpitavano per uscire da quelle copertine”. E quando a campeggiarvi non erano i mostri ecco luoghi desolati e pianeti immondi sormontati da misteriosi vortici, spirali e cubi. Copertine che stimolavano sensazioni contrastanti: incanto e orrore: “Odiati mostri, mostri adorati, quanto mi siete stati vicini!”.

Conducendoci in mondi paralleli e terre vessate da pestilenze e maledizioni e sotto il giogo di spaventevoli mostri, i libri di Urania avevano e hanno un che di ineguagliabile e magico, specie se in una nutrita collezione e ben catalogati. Lo afferma Michele Mari: “Presi in sequenza, i titoli di Urania producevano effetti di saturazione, di rifrazione, di espansione”.

Recensioni: “Le copertine di Urania” di Michele Mari
Le sabbie di Marte di Arthur Charles Clarke, prima uscita di Urania (Foto di Arthur C. Clarke – Archivi Mondadori condivisa via Wikipedia con licenza CC BY-SA 4.0)

Lo scrittore e poeta milanese che in carriera ha ricevuto decine di premi letterari – Premio Bagutta, Premio Grinzane Cavour, Premio Chiara e Premio selezione Campiello, soltanto per elencarne alcuni dei più importanti – analizza copertine e romanzi fra quelli che più lo hanno colpito rievocando alcuni dei maestri del genere: da Isaac Asimov – romanziere da circa 500 libri in carriera e sette volte Premio Hugo, il più importante riconoscimento nel campo del fantasy e della fantascienza –, a Robert A. Heinlein, da Philip K. Dick a Robert Silverberg, da Arthur Charles Clarke – l’autore del celeberrimo 2001: Odissea nello spazio e del primo volume di Urania, Le sabbie di Marte uscito con la traduzione di Maria Gallone il 10 ottobre 1952 al prezzo di copertina di 150 lire – a Poul Anderson.

Centinaia di scrittori, migliaia di titoli, oltre settant’anni di storia per una passione oltre i confini dell’immaginazione.

Antonio Pagliuso