La mostra internazionale World Press Photo Exhibition 2021 sarà esposta al Museo Palazzo Madama di Torino fino al 22 agosto 2021

Il concorso di fotogiornalismo più prestigioso del mondo è stato inaugurato in anteprima nazionale nel capoluogo piemontese lo scorso 7 maggio. Organizzata da CIME,  uno dei maggiori partner europei della Fondazione World Press Photo di Amsterdam, e Fondazione Torino Musei, la mostra espone, oltre alle foto vincitrici, anche i 159 scatti dei fotografi finalisti della 64ª edizione.

Ogni anno la mostra viene allestita in oltre 120 città e in 50 Paesi con le sue otto sezioni:

  • Contemporary Issues
  • Environment
  • General News
  • Long-Term Projects
  • Nature, Portraits
  • Sports, Spot News.

Quest’anno 4.315 fotografi da 130 Paesi hanno presentato 74.470 immagini.

Per la prima volta nella sua storia, la valutazione è avvenuta online, con sette giurie specializzate presiedute da NayanTara Gurung Kakshapati e MuyiXiao, che hanno selezionato le migliori immagini e storie in ciascuna delle otto categorie del concorso. 

Professionisti che attraverso il loro obiettivo ci restituiscono uno sguardo nuovo sul mondo e sugli altri. Capaci di catturare la realtà, spesso dura e cruda, senza edulcorarla ma mostrandone l’essenza. Ne viene fuori l’istantanea reale e la sintesi dell’ultimo anno, uno dei più difficili della storia.

Scatti che cristallizzano vita natural durante il pianeta, la sua fragile bellezza e noi in una mostra che fa riflettere e stimola il senso critico della comunità. 159 foto, 159 finestre sul mondo in grado di far viaggiare il visitatore.

Con uno sguardo assistiamo al conflitto tra l’Azerbaigian e i gruppi etnici armeni per il controllo sulla regione contesa del Nagorno-Karabakh. Partecipiamo alla discussione tra un uomo e una donna per la rimozione dell’Emancipation Memorial, a Lincoln Park, in Washington DC.

Nuotiamo con i leoni marini della California, tra alghe e dispositivi di protezione individuale che contribuiscono agli otto milioni di tonnellate di plastica che finiscono negli oceani ogni anno. Poi via nella regione del Ladakh, nell’India settentrionale, dove le comunità costruiscono enormi coni di ghiaccio come riserva d’acqua per l’estate.

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Tre italiani in concorso

Tra i protagonisti della prestigiosa esposizione ci sono anche tre italiani.

Ad Antonio Faccilongo, di Roma, è andato il secondo riconoscimento più prestigioso del concorso, il World Press Photo Story of the Year 2021. È la prima volta che viene assegnato a un italiano. Faccilongo si è aggiudicato il merito con un servizio per Getty Reportage dal titolo Habibi (amore mio).

Ai circa 4.200 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane le visite coniugali sono negate e il contatto fisico è vietato. Ma fin dai primi anni 2000 i detenuti che desiderano avere figli contrabbandano il loro seme fuori dalla prigione. Habibi racconta proprio il coraggio e la perseveranza di queste persone, sullo sfondo di uno dei conflitti più lunghi e complicati della storia moderna.

Primo premio nella sezione Stories – Spot News per Lorenzo Tugnoli, di Ravenna, dell’agenzia Contrasto, che ha raccontato l’esplosione che il 4 agosto 2020 ha scosso Beirut, in Libano, causata da più di 2.750 tonnellate di nitrato d’ammonio ad alta densità.

Lo scoppio ha danneggiato o distrutto circa 6.000 edifici, uccidendo almeno 190 persone, ferendone altre 6.000 e lasciandone sfollate almeno 300.000.

Gabriele Galimberti, originario della Val di Chiana, con un reportage realizzato per National Geographic, ha vinto il primo premio in Stories – Portraits. Racconta per immagini un dato: secondo lo Small Arms Survey, la metà di tutte le armi da fuoco possedute da privati cittadini nel mondo, per scopi non militari, si trova negli Stati Uniti.

Il numero di armi da fuoco è superiore alla popolazione del Paese: 393 milioni di armi contro i 328 milioni di persone.

La foto vincitrice

È l’abbraccio tra Rosa Luzia Lunardi, 85 anni, e l’infermiera Adriana Silva da Costa Souza, nella casa di cura Viva Bem, a San Paolo del Brasile a vincere la World Press Photo of the Year 2021.

L’immagine, realizzata il 5 agosto 2020 dal fotografo danese Mads Nissen, immortala la “tenda dell’abbraccio”.

Come in molte altre parti del mondo, anche in Brasile le case di cura hanno chiuso le porte ai visitatori, impedendo a milioni di brasiliani di fare visita ai loro parenti anziani.

Gli operatori delle case di cura hanno ricevuto l’ordine di ridurre al minimo il contatto fisico con i più vulnerabili. Al Viva Bem, “la tenda dell’abbraccio” ha permesso alle persone di abbracciarsi di nuovo.

Il Brasile ha poi chiuso il 2020 con uno dei peggiori conteggi a livello mondiale: 7,7 milioni di casi riportati e 195.000 di morti, per il modo in cui è stato affrontato il virus.

La Fondazione World Press Photo

Nata nel 1955 e con base ad Amsterdam, la Fondazione World Press Photo si distingue per essere una delle maggiori organizzazioni indipendenti e no-profit impegnata nella tutela della libertà di informazione, inchiesta ed espressione, promuovendo in tutto il mondo il fotogiornalismo di qualità.

La World Press Photo Foundation vanta il concorso di fotoreportage più prestigioso al mondo con la partecipazione annuale di oltre 6.000 fotoreporter, provenienti dalle maggiori testate editoriali mondiali.

La mostra internazionale rappresenta e concentra, infatti, i più alti standard della fotografia d’attualità nella foto vincitrice dell’anno, la World Press Photo of The Year.

Alcune delle immagini premiate con questo titolo sono diventate iconiche, altre ancora hanno influenzato il fotogiornalismo tanto da mutarne lo stile e dettarne gli standard.