Capitale italiana della cultura 2024: in corsa anche Diamante e Capistrano

Sarà una sfida che innescherà “meccanismi virtuosi”. Così il ministro della Cultura Dario Franceschini alla presentazione dei ventiquattro borghi e città che si contenderanno il titolo di Capitale italiana della cultura per il 2024: tra questi in gara anche le calabresi Diamante e Capistrano.

Leggero dominio delle regioni del Sud tra quelle che hanno manifestato il loro interesse al Ministero della Cultura per la corsa al titolo di Capitale italiana della cultura per l’anno 2024: dieci borghi a rappresentare il Sud e le isole contro i sette rispettivamente per Nord e Centro. Tra le ventiquattro candidate anche Diamante e Capistrano.

Questo l’elenco completo delle città che hanno presentato la domanda per il 2024: Ala (Trento); Aliano (Matera); Ascoli Piceno; Asolo (Treviso); Burgio (Agrigento); Capistrano (Vibo Valentia); Chioggia (Venezia); Cittadella (Padova); Conversano (Bari); Diamante (Cosenza); Gioia dei Marsi (L’Aquila); Grosseto; La Maddalena (Sassari); Mesagne (Brindisi); Pesaro (Pesaro e Urbino); Pordenone; Saluzzo (Cuneo); Sestri Levante (Genova); Siracusa; Unione Comuni Montani Amiata Grossetana (Grosseto); Unione Comuni Paestum-Alto Cilento (Salerno); Viareggio (Lucca); Vicenza; Vinci (Firenze).

Diamante

Il borgo della Riviera dei cedri, in provincia di Cosenza, è famoso per i suoi vicoli ricoperti di coloratissimi murales (più di 200 tra le mura del centro storico e quelle della frazione Cirella) e la vivace vita notturna. Diamante deve la sua fama anche al Peperoncino Jazz Festival, al Peperoncino Festival, rassegna culturale e gastronomica che si rinnova nella cittadina tirrenica dal 1992, e al cartellone di spettacoli che si svolgono ogni estate al Teatro dei ruderi di Cirella.

Capistrano

Fondata probabilmente nel IX secolo da alcuni monaci basiliani, il borgo di Capistrano, in provincia di Vibo Valentia, conta circa mille anime e sorge a 352 metri sul livello del mare, nel mezzo delle Serre vibonesi. Nella zona detta Timpone la Croce è situata la statua del Cristo Redentore, realizzata nel 1995 dallo scultore Murat Cura. Dall’area si domina l’intero centro abitato e il panorama sul lago artificiale dell’Angitola e il Tirreno. Capistrano è conosciuta anche dagli amanti dei borghi fantasmi per il minuscolo centro di Nicastrello, comune a sé fino al 1868, ma da decenni totalmente disabitato.

Il titolo di Capitale italiana della cultura

Il titolo nasce dalla vivace e partecipata competizione che culminò il 17 ottobre 2014 nella designazione di Matera Capitale europea della cultura 2019. L’impegno, la creatività e la passione che avevano portato le sei finaliste a costruire dei dossier di candidatura di elevata qualità progettuale convinsero il Governo a proclamare le altre cinque concorrenti, ossia Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena, Capitali italiane della cultura 2015 e a indire contestualmente una selezione per individuare, a partire dal 2016, la città meritevole di questo titolo.

La prima prescelta fu Mantova, a cui seguirono Pistoia nel 2017, Palermo nel 2018 e Parma nel 2020, titolo prorogato anche nel 2021 a causa dell’emergenza pandemica. Nel 2022 la capitale italiana della cultura sarà Procida, mentre nel 2023 sarà il turno di Bergamo e Brescia.

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Foto di Gabriella Fera