Chernobyl, 35 anni dal disastro nucleareFoto di sergiiasvn da Pixabay

Il 26 aprile 1986 avveniva il famoso disastro di Chernobyl, il più grande incidente nucleare della storia. Oggi, a 35 anni dai fatti, la zona di esclusione non è affatto disabitata, ma è stata ripopolata dalla flora e da una variegata fauna.

Era l’una e ventitré minuti e quarantacinque secondi del 26 aprile 1986 quando Chernobyl (anche Černobyl’), sconosciuto paese della Repubblica socialista sovietica di Ucraina di appena tredicimila abitanti, si preparava a diventare una località famosa in tutto il pianeta.

Quella notte il nocciolo di un reattore della centrale locale, il cui nome completo era centrale nucleare a fissione Vladimir Il’ič Lenin di Černobyl’, si surriscaldò provocando due esplosioni che disintegrarono lo stesso nocciolo e liberarono nell’aria enormi quantità di materiale radioattivo. Si calcolerà che le contaminazioni provocate dall’incidente saranno per duecento volte più gravi rispetto alle bombe atomiche del 1945 di Hiroshima e Nagasaki.

In vero, la cittadina di Chernobyl che dava il nome all’impianto nucleare da cui distava quindici chilometri, non fu quasi per nulla colpita dalla catastrofe, tanto che, a differenza degli abitanti di Pryp”jat’, meno famosa, ma più popolosa e vicina alla struttura (circa cinquantamila abitanti tutti evacuati e sita a due chilometri dal luogo del disastro), per nessuno dei suoi residenti fu ordinata l’evacuazione.

Conseguenze del disastro di Chernobyl

La notizia dell’incidente diventò di pubblico dominio soltanto due giorni dopo l’esplosione del nocciolo. Passata la prima paura di un effetto diretto, in Italia, come per tutta l’Europa, infuriarono le proteste contro il nucleare. Nel 1987 il popolo italiano si espresse per abrogare le norme che regolavano il nucleare nella Penisola. La media dei quesiti per fare un passo indietro in tema di centrali a energia atomica raggiunse quasi l’80%.

Numero morti Chernobyl

Non esiste un numero certo delle morti totali – dirette e indirette – causate dal disastro della centrale di Chernobyl del 1986. I dati contano tra i quaranta e i sessantasei decessi sopravvenuti nelle ore frenetiche della catastrofe, ma una stima considera che negli ottant’anni successivi all’esplosione nucleare di Chernobyl, le morti supereranno le quarantamila unità. Impossibili da calcolare, poi, i tumori causati dalle radiazioni tossiche in Ucraina e in tutta Europa.

Chernobyl, 35 anni dal disastro nucleare
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Pryp”jat’ e Chernobyl oggi a 35 anni dal disastro

La cosiddetta zona di esclusione o alienazione di Pryp”jat’ e Chernobyl oggi non è propriamente la landa desolata, la cittadina fantasma che qualcuno potrebbe credere. L’aerea colpita dal disastro di Chernobyl di 35 anni fa si è infatti trasformata in una autentica oasi di biodiversità con centinaia di specie di uccelli, cani e gatti, ma anche lupi, volpi, alci e orsi bruni. Il territorio, poi, è ricoperto da una fittissima vegetazione, in graduale espansione. Sì, la zona di esclusione è disabitata da esseri umani, ma è pullulante di altre forme di vita, vegetale e animale. Specie che si sono adattate al nuovo ambiente radioattivo che evidentemente non provoca danni a flora e fauna.

Nel 2019 la tragedia della centrale di Chernobyl è stata al centro della miniserie televisiva Chernobyl, basatasi in parte sul libro Preghiera per Černobyl’ (edizioni e/o) della scrittrice russa Svetlana Aleksievič, Premio Nobel per Letteratura nel 2015.

Antonio Pagliuso

Foto di sergiiasvn da Pixabay