“Bandiera bianca” contro la violenza e ogni forma di oppressione. La public live performance della artista Manuela Maroli.
Denunciare i vizi della società contemporanea e al contempo rendere omaggio a un maestro della musica come Franco Battiato. Questi i punti cardine che guidano la performance della artista transdisciplinare, poeta e autrice torinese Manuela Maroli.
La bandiera bianca è riconosciuta in tutto il mondo come segno di pace, capitolazione, tregua, trattativa o estraneità al conflitto: in genere chi la espone chiede di non essere aggredito, garantendo allo stesso tempo di non essere nelle condizioni o nell’intenzione di recare offesa.
Questo particolare utilizzo della bandiera bianca (all’epoca semplicemente un panno bianco) si sviluppò in modo indipendente in diverse parti del mondo. Il più antico episodio vi verificò in Cina, all’epoca della Dinastia Hang Orientale (220-50 a.C.); fino a raggiungere l’età moderna con la nascita degli Stati nazionali, dove il simbolo divenne una consuetudine di diritto internazionale.
Il bianco, formato dalla somma di tutti i colori dello spettro elettromagnetico, è un colore con alta luminosità ma senza tinta e infatti viene anche detto acromatico.
Nel linguaggio alchemico, il bianco corrisponde alla distillazione e sul piano metaforico alla liberazione dell’anima dai lacci della corporeità. Simboleggiata da cigni bianchi, l’albedo – termine latino che significa bianchezza – consiste nella purificazione della massa informe scaturita dalla nigredo, lavandone le impurità per prepararla alla successiva rubedo. Bianco, dunque, come simbolo di rinascita, bellezza, creatività, qui esplorato e portato alla luce con consapevolezza e rivolta.
La Bandiera Bianca di Manuela Maroli è contro ogni forma di potere, di oppressione, contro ogni abuso di potere. Contro tutte le guerre. Contro i signori della guerra. Contro ogni forma di violenza. In nome della bellezza, della pace e della poesia.