O barra O edizioni ci porta in Cambogia e Laos

Dopo Birmania e Vietnam, le monografie dei Paesi del Sudest asiatico di O barra O edizioni proseguono con due volumi dedicati a Cambogia e Laos.

Si conclude con i volumi sulla Cambogia e sul Laos la novità editoriale di O barra O edizioni (marchio di Ibis) dedicata ai Paesi del Sudest asiatico. Dopo i primi due libri su Birmania e Vietnam, Maurizio Gatti, grande conoscitore dell’Estremo Oriente, cura le ultime due uscite incentrate sulla cultura, la storia e la letteratura di Cambogia e Laos.

I quattro volumi monografici di O barra O permettono un primo contatto con mondi poco conosciuti al lettore occidentale; contatto offerto grazie agli eccezionali reportage dei viaggiatori che per primi hanno esplorato quelle aree a lungo sconosciute.

Cambogia

Cambogia, la terra dei nāga – geni dell’acqua, elemento di purezza, e semidei portatori di vita e saggezza –, un popolo che ancora oggi subisce l’influenza della cultura hindu indiana e che nel volume viene raccontato attraverso la viva voce di esploratori europei che vi hanno soggiornato. Maurizio Gatti, riprende le narrazioni delle leggende, dei miti e delle tradizioni della nazione di religione buddhista come la festa reale della gara delle piroghe sulle acque del Mekong, il maggiore fiume dell’Indocina, o la sontuosa festa dell’elefante bianco donato al re di Cambogia Norodom nel 1895.

Elefanti che sono assoluti protagonisti del volume dedicato alla Cambogia con le accurate e divertenti descrizioni del Jules Marcel Brossard de Corbigny – rappresentante del protettorato francese del Paese asiatico negli anni settanta del XIX secolo – circa l’arte di cavalcare il mastodontico pachiderma o le abitudini alimentari e l’uso illimitato della proboscide dell’animale; per procacciarsi cibo, certo, ma anche per lavarsi, grattarsi e sventolarsi come fosse un ventaglio da perfetto lord inglese. Una eleganza inattesa in un animale all’apparenza così possente e rozzo.

Laos

Meno conosciuto rispetto ai vicini Vietnam, Birmania e Cambogia, il Laos nasce alla metà del XIV secolo per mano di Fa Ngum che unificò con la forza i molteplici principati laotiani sotto l’unica bandiera del regno di Lan Xang Hom Khao. Il processo di unione proseguì anche nell’Ottocento, quando i regni lao si unirono sotto il comando del protettorato francese, periodo durante il quale il Laos fu meta delle prime esplorazioni dei viaggiatori europei: la esploratrice Isabelle Massieu, che viaggiò a lungo in Asia e pubblicò molti diari, l’ufficiale coloniale Joseph Chevallier e soprattutto Henri Mouhot, naturalista francese che nel 1858 per primo penetrò nel Laos orientale, a dorso di elefante, tra l’acqua e il fango della foresta e sulle rive del Mekong.

Le leggende riguardano anche il Laos con il mito della fondazione del Paese e una presentazione del poema Sang Sinxay, capolavoro anonimo della letteratura laotiana, risalente al XVII secolo, le cui scene vengono ritratte tutt’ora anche nei murali delle varie cittadine della nazione.

Antonio Pagliuso

Foto Vientiane (Laos) di NguyenDo da Pixabay