Giulia-Caminito-Premio-Campiello-

Il libro L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito vince la 59^ edizione del prestigioso Premio Campiello.

La cerimonia si è tenuta nella cornice dell’Arsenale di Venezia sotto la conduzione di Andrea Delogu, coadiuvata da Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale, ed è stata trasmessa in diretta televisiva su Rai 5. Presente anche Enrico Carraro, presidente Fondazione Campiello e presidente di Confindustria Veneto, che insieme a Ernesto Franco, direttore editoriale di Einaudi, ha ricordato Daniele Del Giudice, lo scrittore scomparso due giorni fa che proprio in questa serata avrebbe ricevuto il Campiello alla carriera.

Alla presenza della giuria dei letterati presieduta da Walter Veltroni, L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito (nata a Roma nel 1988) è stato consacrato vincitore superando gli altri libri della cinquina finalista:

Sanguina ancora (Mondadori) di Paolo Nori;

Il libro delle case (Feltrinelli) di Andrea Bajani, già nella cinquina del Premio Strega;

Se l’acqua ride (Einaudi) di Paolo Malaguti;

La felicità degli altri (La Nave di Teseo) di Carmen Pellegrino.

Il libro vincitore del Premio Campiello 2021

L’acqua del lago non è mai dolce (edito Bompiani) di Giulia Caminito, già entrato nella cinquina del Premio Strega, ha vinto l’edizione 2021 del Premio Campiello.

Odore di alghe limacciose e sabbia densa, odore di piume bagnate. È un antico cratere, ora pieno d’acqua: è il lago di Bracciano, dove approda, in fuga dall’indifferenza di Roma, la famiglia di Antonia, donna fiera fino alla testardaggine che da sola si occupa di un marito disabile e di quattro figli. Antonia è onestissima, Antonia non scende a compromessi, Antonia crede nel bene comune eppure vuole insegnare alla sua unica figlia femmina a contare solo sulla propria capacità di tenere alta la testa. E Gaia impara: a non lamentarsi, a salire ogni giorno su un regionale per andare a scuola, a leggere libri, a nascondere il telefonino in una scatola da scarpe, a tuffarsi nel lago anche se le correnti tirano verso il fondo. Sembra che questa ragazzina piena di lentiggini chini il capo: invece quando leva lo sguardo i suoi occhi hanno una luce nerissima. Ogni moto di ragionevolezza precipita dentro di lei come in quelle notti in cui corre a fari spenti nel buio in sella a un motorino. Alla banalità insapore della vita, a un torto subìto Gaia reagisce con violenza imprevedibile, con la determinazione di una divinità muta. Sono gli anni duemila, Gaia e i suoi amici crescono in un mondo dal quale le grandi battaglie politiche e civili sono lontane, vicino c’è solo il piccolo cabotaggio degli oggetti posseduti o negati, dei primi sms, le acque immobili di un’esistenza priva di orizzonti. Giulia Caminito dà vita a un romanzo ancorato nella realtà e insieme percorso da un’inquietudine radicale, che fa di una scrittura essenziale e misurata, spigolosa e poetica l’ultimo baluardo contro i fantasmi che incombono. Il lago è uno specchio magico: sul fondo, insieme al presepe sommerso, vediamo la giovinezza, la sua ostinata sfida all’infelicità.

Premio Campiello 2021: annunciata la cinquina finalista

Giulia Caminito succede a Remo Rapino con Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio (minimum fax) vincitore del Premio Campiello 2020. Durante la serata sono state presentate le vincitrici del Premio Campiello Giovani – Alice Scalas Bianco, classe 2002, di Vigevano (Pavia) con il racconto Ritratto di Parigi – e del Premio Campiello Opera Prima – Daniela Gambaro autrice della raccolta di racconti Dieci storie quasi vere (Nutrimenti), già finalista al Premio Calvino 2019.