Recensioni: “Una luce abbondante” di Sonia Serazzi

In bilico fra tenebre e luce, Una luce abbondante è il titolo del nuovo romanzo di Sonia Serazzi, una delle più apprezzate scrittrici della narrativa contemporanea italiana. Al centro dell’opera dei personaggi dai margini indefiniti, che rotolano tentando di ritrovarsi, di domare le “onde” dell’esistenza.

“Nessuno parlava, perché le parole valgono solo quando il mondo dura e si vede, mentre il silenzio trionfava in quella luce lampeggiante che inzuppava ogni cosa.”

Francabbù è una bambina. I genitori sono Silverio e Marinzaina; lui, un ex fornaio dall’animo caritatevole – “un mezzo prete pentito” –, lei, una donna angustiata dalle “onde” che le sconvolgono il cervello, una moglie e una mamma che con la penna prova a inchiodare la realtà che le rotola dinanzi, che la travolge, che la porta a credere di potere concepire “pupi di cielo” con cui volare via dal mondo.

Protagonista di Una luce abbondante, il nuovo luminoso romanzo di Sonia Serazzi, uscito alle stampe per Rubbettino, è una famiglia disagiata, non soltanto economicamente, ma anche dal punto di vista sociale e spirituale. Vite ferite, vite ultime, invisibili, raccontate con la grazia della grande narratrice, già apprezzata con Il cielo comincia dal basso (2018, Premio Città di Siderno e Premio Cultura Mediterranea).

Nelle giornate di Francabbù – voce innocente e al contempo matura dell’opera – gravitano altri due bambini dal presente inquieto: Marsol, il “fratello scilinguato”, che ogni volta che si trova a scrivere un tema a scuola rischia di fare arrivare gli assistenti sociali a casa, e Sarsì, cagionevole di salute, che respiro dopo respiro riesce a guadagnarsi la vita.

Figli costretti a crescere in fretta, a invecchiare anzitempo, a dissipare in un amen la loro età azzurra per colmare i vuoti lasciati dai genitori.

“Da quella volta ho deciso che sognare non mi piace, e che preferisco una storia quadrata e con gli spigoli a quel morbidume che la testa inventa per riposarsi. E pazienza se gli spigoli ti sbattono in faccia e bucano.”

Quelli al centro di Una luce abbondante – storia così lieve e atemporale ma così ancorata alla attualità – sono personaggi dai margini indefiniti, senza un ruolo nello scacchiere della società omologante e iper performante di oggi; loro rotolano, scivolano nell’Ade dell’anima, “smarginano”, si perdono, sperando però di ritrovarsi, di domare le “onde” dell’avventura terrena.

Ritorna in piena forma la scrittura inconfondibile di Sonia Serazzi con una storia delicata, “attenta a non sgualcire col giudizio la fatica di ogni esistenza che si dispiega come meglio può”; un romanzo in equilibrio fra tenebre e luce, di legami di sangue impossibili da spezzare, di fili sottili che legano una esistenza all’altra e al tutto.

Antonio Pagliuso