Ricordando “I ragazzi della Fiumarella” a 60 anni dalla strage ferroviaria

Un’appassionata indagine e un’approfondita ricerca documentale di Giovanni Petronio, per ricordare le vittime della Fiumarella; la storia del più grave e mai conosciuto deragliamento ferroviario italiano a sessant’anni dagli avvenimenti.

Ragazzi che hanno in tasca milioni di sogni, che si preparano per un Natale ancora tutto da illuminare, spensierati, dentro custodiscono il mondo e il cielo, le loro famiglie da riabbracciare prima di riprendere il percorso di un’esistenza che doni speranza e futuro; uomini e donne che stringono forte a sé i loro bambini che se ne stanno buoni ancora assonnati sotto il tepore di un abbraccio; uomini e donne alle prese con un giorno di lavoro ancora, e altri che sbrigano mille cose, perché domani è vigilia, domani ci si abbraccia tutti e si cena insieme, eccome, perché poi arriva Natale e ci si scambiano i regali e il regalo più importante è esserci tutti e non mancare mai l’uno per l’altro. Non era possibile parlare dell’inferno sotto quella luce meravigliosa di un’alba che aveva la meglio sull’infelicità.

Una carrozza che si stacca a soli due chilometri dal capolinea

È l’ultimo giorno di scuola, il 23 dicembre del 1961. Studenti calabresi del Catanzarese, come ogni mattina, si alzano prestissimo per prendere il treno che dai loro paesini dell’interno li condurrà alle scuole del capoluogo di provincia. Stanno già pregustando le prossime vacanze natalizie, Natale è già qui, pare sentirli cantare i piccini sonnecchiando come cherubini arruffati, quando dal treno si stacca un rimorchio, esce dal binario e precipita da un viadotto terminando la sua folle caduta di angelo abbattuto nel greto del torrente Fiumarella, nei pressi della città di Catanzaro.

Settantuno morti alla Fiumarella

Una tragedia. I corpi ammassati in unico fatale abbraccio, straziati, il caos dei soccorsi, i familiari che accorrono attoniti e disperati. Un pezzo di ferraglia si imprime nella creta come nella mente. Settantuno morti, quasi tutti studenti. Un dramma che ha sconvolto tanti paesi del circondario, ma che ha colpito in primo luogo Decollatura; e proprio un figlio di questi luoghi ha voluto strappare il ricordo e le testimonianze di questa tragedia al rischio dell’oblio, far conoscere la notte piombata su quel frammento di terra.

Con un’appassionata indagine e un’approfondita ricerca documentale, Giovanni Petronio segna con questo libro (I ragazzi della Fiumarella, edito in tre edizioni da Link) una sorta di rinascita di una memoria collettiva che possa essere condivisa da tutti, oltre i confini regionali e nazionali, con l’approccio di chi si ostina a crescere sulle rovine, che è un modo di illuminare tutto intorno, che è quanto ci resta quando tutto è sfatto.

Un lavoro lungi dalla retorica

Con profondo coinvolgimento emotivo, ripercorre la storia con una levità divulgativa che accompagna dramma, commozione, stupore e impotenza eludendo il pericolo della verbosità e della retorica, la ripetitività di certe analisi e commenti, l’enfasi della reazione. Con un profilo dimesso ed estrema delicatezza ha tracciato soprattutto i ritratti delle vittime e le testimonianze dei sopravvissuti, ha incontrato volti di dolore, penetrato in quei volti così come ci si perde nella nebbia, dentro altre storie di altri uomini che si sentono soli senza giustizia, per favorirne un respiro ancora. Una vicenda in cui di responsabilità ce ne sono tante, e che probabilmente ha sputato fuori un colpevole di comodo, da cui sono emerse solo mezze verità, non tutti i tasselli sono stati incastrati, e anche questo testo si pone domande sulle reali cause di una sciagura che va a inserirsi a pieno titolo nell’indicibile della storia italiana. E come al solito il confine tra l’ineluttabilità del destino e le colpe umane è quantomai labile.

Rabbia e speranza

Questo è un libro necessario per comprendere il dramma e il disorientamento di una giornata qualunque, un affresco emotivo ed essenziale, in cui l’empatia dell’autore diventa fondamentale per condurre la ricerca alla comprensione della sofferenza, e quasi l’affetto con cui dipinge quelle giovani vite straziate tradisce la sua capacità di tradurre in parole le sensazioni del vissuto e del ricordo. Non ha potuto, Giovanni Petronio, sottrarsi dal dover dire, tacere di fronte allo spargimento sterile di memoria, ha messo a nudo le emozioni di chi ha provato dolore, rabbia ma anche tanta speranza di una rinascita. Così, leggendo, pare quasi di preparare la primavera.

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Perché quelle vite sono come dei libri chiusi, e forse è questo il cuore pulsante di queste pagine, leggere per liberarli, far posto al racconto dei ragazzi della Fiumarella per restituire loro una vita nuova, una voce nuova che ci detti ancora qualcosa e che più nessuno può far finta di non sentire.

Pasquale Allegro