2.100 libri per poco meno di quattrocento abitanti: un presidio della cultura estremamente suggestivo che sorge all’interno di una torre cinquecentesca in mezzo al mare. Abbiamo intervistato le bibliotecarie della biblioteca di Capraia.
Sessantaquattro chilometri da Livorno – quasi tre ore di traghetto –, cinquantatré da Piombino e una trentina dall’Alta Corsica, molto più vicina all’isola rispetto alla patria terraferma tanto che una volta approdati al porticciolo il messaggio che si riceve sul cellulare è da parte delle compagnie telefoniche francesi. Distanze in gran parte coperte dalle acque del mar Tirreno. Sarebbe una chimera procurarsi un libro per i trecentonovantotto (dati del 2019) abitanti dell’isola di Capraia se su questa briciola in mezzo al mare – la terza per grandezza dell’Arcipelago toscano dopo l’Elba e il Giglio – non esistesse una coloratissima biblioteca.
Il luogo della cultura di cui parliamo si trova all’interno della Torre del Porto, una costruzione a base circolare e in ottimo stato di conservazione che rappresenta una delle quattro torri dell’isolotto toscano. Situata su una altura a est del porto, fu costruita dai genovesi nel 1516 per contrastare le incursioni saracene.
Di fatti, Capraia fu sotto scacco di quei corsari barbareschi che, specie sotto i terribili Barbarossa e Dragut, imperversavano a furia di scorrerie, saccheggi e deportazioni sulle coste del Mediterraneo. Brutti e lontani ricordi che l’isola – oggi parte della provincia di Livorno, ma fino al 1925 rientrante in Genova – ripone negli scatoloni della storia grazie alle sue bellezze naturali e alla cultura.
Circondata dal mirto, l’oleandro e il lentisco che crescono selvaggi per tutta l’isola, la torre di avvistamento ospita la biblioteca del comune di Capraia Isola.
Inaugurata nel mese di settembre del 2020, la piccola biblioteca di Capraia vanta un patrimonio librario di 2.100 volumi, numero destinato a crescere nelle prossime stagioni grazie all’impegno delle tre bibliotecarie: Antonella Vito, Viola Viteritti e Simonetta Filippi. Le abbiamo intervistate.
2.100 libri per poco meno di quattrocento abitanti: un rapporto, di certo non destinato a diminuire, di oltre cinque libri per capraiese. Cosa si prova a svolgere un’attività culturale, a essere protagonisti di un presidio della cultura in una comunità così piccola come quella dell’isola di Capraia?
«È una grande soddisfazione, e una bella responsabilità. Capraia è una comunità piccola, abitudinaria: c’era bisogno da tempo di una biblioteca ufficiale e, inserendola nella Torre del Porto, simbolo dell’isola, la comunità e l’amministrazione stanno lanciando un messaggio. Non solo prestiti per i residenti adulti, ma anche letture invernali per i bambini della scuola. In estate, si attiva inoltre il “Circuito biblioteca”, fatto di presentazioni di libri, spettacoli teatrali, cinema, letture e conferenze. Non vogliamo che sia solo una “stanza con i libri”, anche se bellissima: stiamo lavorando per investire nella cultura, in un’isola votata alla sostenibilità e allo slow tourism.»
In Italia, e specialmente al Meridione e sulle isole, siamo ricchi di torri di avvistamento costruite per contrastare le incursioni piratesche, oggi purtroppo abbandonate e alla mercé di venti, temporali e teppisti per la quasi totalità. La Torre del Porto di Capraia è una piacevolissima eccezione. Come nasce l’idea di realizzare una biblioteca nella torre riqualificando in questo modo l’intero sito?
«L’amministrazione attuale sta investendo molta attenzione ed energie sulla riqualifica dei monumenti dell’isola, per renderli accessibili e fruibili, e l’apertura al pubblico della Torre ne è il baluardo. Stiamo lavorando per sistemare la struttura al meglio e, dato che per il momento abbiamo i libri solamente al piano terra, vorremmo aprire anche al piano superiore. Oltre alla Torre, è in corso di restauro anche la vicina chiesa di Sant’Antonio, che ospita un piccolo ma importante museo di storia antica, e il chiostro adiacente. Due strutture secentesche dal grande fascino. Nel chiostro, in estate, hanno luogo le iniziative culturali della biblioteca.»
Su quali libri è maggiormente focalizzata l’offerta letteraria della biblioteca? Avete delle sezioni particolari?
«Facendo parte a tutti gli effetti del circuito regionale delle biblioteche, i libri sono inventariati e catalogati rigorosamente. Abbiamo perciò varie sezioni, a seconda della provenienza dell’autore. La più ricca è ovviamente la narrativa italiana – siamo ricchi di libri di narrativa, i più richiesti. Si può dire, insomma, che ci focalizziamo su quelli, anche se cerchiamo di avere quanti più titoli possibili anche nella saggistica e nella poesia. Una delle sezioni che più richiama i turisti è, ovviamente, quella dedicata alla storia dell’isola: abbiamo ricevuto un’importante donazione bibliografica dal professor Roberto Moresco. Nel tempo si sono poi aggiunti altri titoli, pietre miliari della storia di Capraia, inerenti alla vita quotidiana o alla storia naturale. Molto nutrita è anche la sezione Junior: i bambini sono grandi divoratori di storie!»
Avete già accennato all’estate, chiaramente il periodo di massima fruizione della biblioteca. Quali attività svolgete durante la bella stagione, per locali, in specie i più piccoli, e turisti, oltre alla consultazione e lettura e il prestito dei libri?
«Come dicevamo, già dall’inizio dell’anno iniziamo a organizzare eventi come letture, presentazioni, spettacoli teatrali. L’offerta della biblioteca, perciò, non punta solo al semplice prestito o alla curiosità del sito, ma anche ad aprirsi come circuito per valorizzare la cultura, sia essa per residenti o per tutti coloro che vorranno fruirne.»
Capraia è anche terra di trekking ed escursioni. È possibile riuscire a coniugare la cultura “libresca” proposta dalla biblioteca con l’esperienza naturalistica che l’isola offre?
«È un progetto su cui stiamo lavorando da tanto. Già da qualche anno, in realtà, ospitiamo in primavera (il periodo migliore per il trekking) spettacoli diffusi per i sentieri, scritti e diretti dal regista fiorentino Silvano Panichi. I testi vertono spesso su personaggi mitologici, che con il luogo si sposano in modo suggestivo, personaggi storici dell’isola e riflessioni poetiche. Insomma, per adesso abbiamo già il teatro, ma non escludiamo anche la poesia e la lettura, in un futuro – speriamo – prossimo.»
Ci consigliate qualche volume per conoscere meglio le bellezze e la storia di Capraia?
«Le bellezze vanno vissute, e vissute con i cinque sensi, come diciamo sempre. Abbiamo alcune guide in consultazione. Quello che proponiamo è, come dicevamo, la conoscenza più profonda del luogo che si sta visitando: Capraia è particolare, non è un’isola da turismo di massa. Consigliamo, perciò, libri narrativi, come Un’isola da amare – storie di uomini e animali, di Folco Giusti, e Leggende dell’Arcipelago toscano, di Gianfranco Vanagolli. Sul lato etnologico, invece, cui teniamo tanto ed è anzi il cuore di questa “rinascita” culturale dell’isola, abbiamo a disposizione per la consultazione una copia dell’ormai introvabile Capraia d’altri tempi di Tina Santini Lolli. Un’antologia di vite, dialetto e vita quotidiana. Lo custodiamo gelosamente: contiene l’unica testimonianza rimasta del dialetto capraiese, ormai non più parlato da nessuno. Una lettura essenziale per conoscere l’identità più intima di questa isola meravigliosa.»
In conclusione, ricordiamo che è possibile consultare il catalogo dei libri disponibili per il prestito presso il presidio della cultura di Capraia cliccando sul sito delle biblioteche del territorio livornese.
Antonio Pagliuso