Il 16 dicembre del 1991 moriva, stroncato dall’AIDS a soli 36 anni, Pier Vittorio Tondelli, autore di una nuova letteratura.

Scoprire e rileggere, e non smettere mai di farlo, Pier Vittorio Tondelli. Lo scrittore, giornalista e autore teatrale nato a Correggio (RE) nel ’55 è stato interprete della crisi degli anni ottanta e padrone del suo tempo. Un tempo che ha saputo raccontare facendosi narratore di modi d’essere, culture e tendenze.

Quel decennio della storia recente Tondelli ha saputo cristallizzarlo, ne ha colto lo spirito, le esaltazioni, le turbolenze, le incertezze e la rinascita culturale. E ce li ha restituiti, come un dono. Sorgente a cui attingere ancora oggi, trenta anni dopo.

L’esordio di Tondelli con Altri Libertini

Altri libertini di Pier Vittorio TondelliAltri libertini, sua opera prima, vede la luce per la primissima volta nel 1978, come romanzo di circa 400 pagine. Lo scrittore correggese lo propone per la pubblicazione alla casa editrice Feltrinelli ma, proprio a causa della mole, rimane sulla scrivania dell’editore per mesi.

Diversi colloqui con Aldo Tagliaferri, all’epoca redattore editoriale della casa editrice, consentono a Tondelli di rielaborare lo scritto. Il risultato sono sei racconti veloci, semplici, diretti (in alcuni non rinuncia al turpiloquio e persino alla bestemmia) che vengono pubblicati nel gennaio del 1980. Di fatto una metamorfosi letteraria che sarà la fortuna dell’opera.

I sei racconti possono essere letti come una sorta di romanzo a episodi. Storie di gruppi più che di individui, di un Noi narrativo che fa del romanzo un ritratto generazionale. Nelle pagine di Tondelli c’è l’irrequietezza dell’ambiente studentesco bolognese che al ‟realismo” della borghesia e alla rassegnazione del sottoproletariato oppone un vitalismo non eroico, ma disinibito e contagioso. Altri libertini affronta infatti con disinvoltura vecchi tabù e tratta con ironica diffidenza mitologie culturali e politiche. 

Il libro è un vero successo, un caso letterario non solo per la quantità di copie vendute e per la grande attenzione da parte del pubblico, soprattutto giovanile. Venti giorni dopo l’uscita del volume in libreria, l’autorità giudiziaria ordina il sequestro delle copie e il rinvio a giudizio per oscenità e vilipendio della religione per autore e editore. Il processo, celebrato per direttissima nel 1981 a Mondovì, si risolve in un’assoluzione con formula piena. 

Le pagine tondelliane sono ricche di parole musicali, capaci di restituire il ritmo insieme del parlato, spesso crudo, dei personaggi e dell’interiorità dell’autore. Il testo è stato giudicato dalla critica una delle opere fondamentali della letteratura italiana contemporanea e ha imposto Tondelli tra i nuovi autori italiani più letti anche all’estero.

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I giovani di Tondelli

Ostili a etichette appiattenti e a schematismi fenomenologici, i suoi libertini sono ventenni che vivono il passaggio dagli anni settanta agli ottanta. Quelli che portano impressi i tratti distintivi della provincia emiliana divisi, per citare Francesco Guccini, tra la via Emilia e il west. Tra l‘attaccamento alle radici e la necessità di evadere

Nel rappresentarli lo scrittore, come un regista, individua ambienti e situazioni mettendo in scena, sulla pagina scritta, uno spettacolo tra cinema, teatro, epica e fumetto. Così le vite e le storie dei personaggi si intrecciano nei sei episodi senza incontrarsi mai.

Pier Vittorio Tondelli ci racconta le imprese non eroiche ma erotiche ed eroinomani dei suoi personaggi. Ne escono fuori libertini grotteschi, trasgressori, in cerca della propria identità sessuale e per questo discriminati. Personaggi marginali e emarginati, ragazzi che rifiutano la normalità borghese e perseguono la propria alterità attraverso la pratica di un libertinaggio trasgressivo.

Vivono errando e viaggiando contromano, consumando quantità smisurate di cibo, alcool, droghe, rapporti sessuali. Sono libertini sì, ma anche “altri” poiché orfani delle ideologie di una società che li ha ghettizzati, alla costante ricerca di nuovi punti di riferimento in un mondo che li ha sedotti e poi abbandonati.

Col naso in aria fiutate il vento, strapazzate le nubi all’orizzonte, forza, è ora di partire, forza tutti insieme incontro all’avventuraaaaa!

Pier Vittorio Tondelli, le produzioni letterarie, i viaggi e la scomparsa

Bologna, foto RitaMichelon via Pixabay

Iscritto al Dams di Bologna,  dove ha seguito i corsi di Umberto Eco e Gianni Celati, scopre la letteratura statunitense, Jack Kerouac in particolare. Poco dopo la pubblicazione di Altri libertini si laurea a pieni voti con una tesi sulla Letteratura epistolare e inizia a lavorare per Il Resto del Carlino.

Nel febbraio dell’anno successivo inizia a pubblicare una serie di articoli, Il diario del soldato Acci, in cui racconta le esperienze del servizio di leva anticipando di fatto i temi del secondo romanzo, Pao Pao.

Il romanzo Rimini, pubblicato nel 1985 da Bompiani gli vale una nuova ondata di notorietà. Inaugurando un certo interesse per la narrativa giovanile, nello stesso anno porta avanti il progetto Under 25. Antologie da lui curate, nate per sollecitare nuovi autori a raccontarsi e a inviargli i loro testi, che poi leggeva svolgendo, su quelli meritevoli, un intenso lavoro di editing.

Nel 1986 si trasferisce a Milano e viaggia molto in Europa, in particolare a Parigi, Amsterdam e Berlino. 

Nel marzo del 1989 esce per i tipi Bompiani il suo quarto e ultimo romanzo, Camere separate.  Risale a quello stesso anno l’incontro e il sodalizio professionale con il critico Fulvio Panzeri. È con lui che Pier Vittorio Tondelli inizia a lavorare a Un weekend postmoderno, nato per riunire in un ampio romanzo critico tutta la produzione giornalistica, letteraria e saggistica elaborata dallo scrittore nel corso degli anni ottanta.

Nell’aprile del 1991 si sposta da Milano a Bologna. Dopo un viaggio in Tunisia, alla fine dell’estate venne ricoverato all’ospedale di Reggio Emilia. Lo scrittore emiliano è ormai nella fase terminale della malattia, l’AIDS. Muore il 16 dicembre 1991, è sepolto nel piccolo cimitero di Canolo, la frazione di Correggio dove era nata la madre.

In occasione dei 30 anni dalla scomparsa di Pier Vittorio Tondelli, Sky Arte ha prodotto il documentario Ciao, Libertini! Gli anni ’80 secondo Tondelli, che manderà in onda proprio oggi 16 dicembre.

Realizzato da Darallouche, l’autore postmoderno viene omaggiato dalla regia di Stefano Pistolini, che in questo girato alterna filmati realizzati negli anni ottanta e i testi delle opere dell’autore. A guidare la narrazione, le testimonianze dell’artista Luigi Ontani, il musicista Giovanni Lindo Ferretti, Walter Veltroni, lo scrittore Mario Fortunato.

Foto da Centro di Documentazione Pier Vittorio Tondelli – Pag. Ufficiale Facebook