Il 9 aprile 1821 nasce a Parigi Charles Baudelaire, grande interprete del Simbolismo francese e uno dei più importanti poeti del XIX secolo

Considerato dai più, e non a torto, un poeta maledetto, Baudelaire non ebbe certo una infanzia facile. Rimasto orfano di padre, non prende con gioia le nuove nozze della madre con l’ufficiale di carriera Jacques Aupick. È solo questione di tempo prima che il temperamento sensibile e irrequieto del giovane vengano fuori.

Comincia infatti a ribellarsi alla rigidà del patrigno che nel 1833 lo obbliga a entrare al Collège Royal. Nel 1840 stringe amicizia con i poeti Le Vavasseur e Prarond e inizia un’esistenza dissoluta, libera e sregolata. È di quel periodo la sua relazione con Sarah, detta Louchette, una prostituta del quartiere latino.

La sua vita preoccupa la madre e il padre adottivo. È per volere di quest’ultimo che, nel 1841, Baudelaire si imbarca sul Paquebot des Mers du Sud, con rotta per l’India, ma non arriverà mai a Calcutta. Durante il viaggio sbarca nell’isola Mauritius e poi all’isola Bourbon.

Questo viaggio si rivela decisivo per il giovane Charles, che scopre nuovi mondi e culture, lontane e diverse dalla decadenza mondana che grava sull’Europa. Soprattutto gli lascia un certo gusto per l’esotismo, impressioni e ricordi che influiscono sui suoi gusti e che si muteranno in spunti e motivi per la sua poesia.

Il ritorno a Parigi

Trascorsi appena dieci mesi, Baudelaire interrompe il viaggio per fare ritorno a Parigi dove, oramai maggiorenne, entra in possesso dell’eredità paterna, che gli permette di vivere per qualche tempo in assoluta libertà.

Ma la vita che conduce è dedita ai piaceri e non di certo parsimoniosa. Finisce con lo sperperare buona parte dei suoi averi con celerità, cedendo al gusto per il lusso e comprando oggetti d’arte. I debiti sono davvero troppi e sua madre decide di assumere un tutor finanziario che solo ogni mese fornisce a Charles una piccola parte dell’eredità. 

Questa limitazione viene vissuta come un’umiliazione dal giovane, diviso tra l’odio contro la famiglia e il forte desiderio di vedere sua madre riconoscere il suo talento di poeta.

Inizia dunque a frequentare letterati, giornalisti, pittori. Esordisce come critico d’arte e continua a collaborare a riviste e giornali, con articoli di critica d’arte e letteraria, o con rari e brevi racconti.

Traduce anche Edgar Allan Poe che scopre con passione e che sente affine a lui. Come lo scrittore americano, anche Baudelaire è convinto che l’ispirazione dipenda da una meditazione lucida e non da un istinto irrazionale. 

Si lega in maniera intensa e appassionata a Jeanne Duval con un amore che durò, fra alterne vicende, fino al 1861. Amante ma anche musa ispiratrice, nell’aspetto erotico della produzione baudeleriana, ma anche per il timbro umano che traspare da molte sue poesie.

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