I musei più strani del mondo: Museo delle relazioni interrotte di Zagabria

Il Museo delle Relazioni Interrotte di Zagabria è una sorta di reliquiario ai Caduti dell’amore. In questo museo, sicuramente tra i più bizzarri del mondo, sono conservati i cimeli sopravvissuti agli amori naufragati.

Olinka Vištica e Dražen Grubišić sono una coppia di artisti croati, lei produttrice cinematografica lui scultore. Amanti felici finché nel 2006 la loro storia termina e i loro ricordi si trasformano, diventano tangibili: gli oggetti accumulati durante il tragitto di vita insieme diventano opere da esporre, da portare in giro in una mostra itinerante che toccherà le città più importanti del mondo dell’arte, coinvolgendo in questo gioco anche amici che hanno contribuito a far lievitare il numero di oggetti esposti.

Nel 2010 la mostra si trasforma in un’esposizione permanente in un piccolo spazio al centro di Zagabria e in un tour virtuale attraverso il sito www.brokenships.com.

Gli oggetti/ricordi in mostra al Museo delle Relazioni Interrotte

Olinka e Dražen andrebbero premiati non solo per il loro estro artistico ma per l’elevata capacità di mantenere entro i margini della civiltà il dolore e la rabbia che la fine di una relazione inevitabilmente comporta. Così non è per molti dei contribuenti alla crescita del Museo: dalla crosta di una ferita alle pillole per la gastrite, dalla scatola vuota di biscotti al singolo biscotto trafugato durante il primo appuntamento, nel corso del tour è possibile trovare gli oggetti più bizzarri e le relative storie narrate in forma anonima dagli ex proprietari.

Nel 2016 una filiale del Museo delle Relazioni Interrotte è stata aperta a Hollywood da John B. Quinn, evidentemente uno di noi, riscuotendo un discreto successo perché se c’è qualcosa che accomuna tutti i comuni mortali è l’esser incappati, prima o poi, in un caso umano che ha lasciato dietro di sé una scia di delusione, malinconia e oggetti inutili. Apparentemente inutili: in un momento di rabbia o nostalgia anche un tappo di bottiglia può diventare un cimelio, l’intelligenza sta nel trasformare il dolore che l’oggetto porta in empatia, come accade ai visitatori del Museo.

Il phon che si accende e spegne da solo; il ferro da stiro che non è più servito per stirare l’abito dello sposo e che è l’unica cosa che la sposa in fuga ha lasciato al promesso; l’ascia comprata appositamente per distruggere i mobili con cui si era appena arredato un nido d’amore tracollato dopo pochissimi giorni e assurta a strumento terapeutico (definizione testuale del distruttore di mobili altrui); il tostapane con cui il cuore infranto si consola pensando che adesso l’ex tostatore seriale non potrà più abbrustolirsi nulla.

Un museo ironico in memoria degli amori naufragati

Molte delle didascalie che accompagnano le opere lasciano trasparire un velo di ironia, di autocommiserazione per aver dato credito a chi non lo meritava. Ma fa parte del gioco, ci siamo cascati tutti mentre con gli occhi coperti da quel biscottino del primo appuntamento abbiamo pensato che ce ne sarebbero stati altri e dal sapore meno amaro.

Dalla originale collezione di vite quotidiane precipitate è nato anche un libro ufficiale, una sorta di catalogo: The Museum of Broken Relationships, Modern Love in 203 Everyday Objects, una serie di gadget e una interessante mappa che apre l’homepage del sito del Museo: una serie di cuoricini spezzati indica il luogo, il pomo della discordia e la storia a esso legata.

Scopri anche gli altri musei più strani del mondo 

Per chi non si sente ancora pronto a varcare la soglia di questa sorta di reliquiario ai Caduti dell’amore, suggeriamo di avvicinarsi leggendo Il Museo delle promesse infrante di Elizabeth Buchan (Editrice Nord), ambientato nella romantica Parigi e che al termine della lettura fa sentire un po’ meno stupidi e illusi. Ché in fondo l’amore non è mai un peccato di cui sentirsi colpevoli.

Letizia Cuzzola

Foto di Raffaella Stefanelli