Il Museo Etnografico e della Stregoneria di Triora custodisce il ricordo del terribile processo scatenato nel 1587 contro le streghe ritenute colpevoli della carestia che stava devastando il paese. La visita è un viaggio nel soprannaturale, alla scoperta di un fenomeno più ampio e dei suoi risvolti storici, antropologici e culturali.

Non poteva che trovarsi a Triora, piccolo borgo medievale della Liguria occidentale, il più noto Museo della Stregoneria di tutta la Penisola. Nota infatti come il Paese delle Streghe, Triora è stata teatro fra il 1587 e il 1589 di un’efferata persecuzione contro le presunte adoratrici del demonio, ritenute responsabili della terribile carestia che si stava abbattendo su tutto il territorio comunale.

Come nasce il Museo Etnografico e della Stregoneria di Triora

Il ricordo del processo e delle crudeli torture – i cosiddetti “tormenti” –, che bastarono a provocare la morte di molte delle imputate, è conservato dal 2017 a Palazzo Stella, antica dimora nobiliare ristrutturata dall’architetto Luca Dolmetta con lo scopo di permettere al visitatore una fruizione interattiva, capace di offrire una comprensione del fenomeno a trecentosessanta gradi.

Nasce così il Museo Etnografico e della Stregoneria di Triora, che, fra l’altro, custodisce un’importante collezione di oggetti magici provenienti da varie epoche storiche e da numerose parti del mondo, una sala esperienziale dedicata alle erbe e alla medicina naturale e, dulcis in fundo, una sezione di quattro sale dedicate alla vicenda storica del paese: qui è possibile visionare una riproduzione dei documenti del processo del 1587 – conservati in originale nell’Archivio di Genova –, gli interrogatori e le cronache della prigionia, manuali e strumenti per l’inquisitore, e perfino antichi libri di magia.

Triora capitale delle streghe

In questo viaggio immersivo potrà capitare di imbattersi nella figura di San Bernardino da Siena, i cui sermoni nel Medioevo diedero effettivamente inizio alla persecuzione che portò all’esecuzione capitale di circa 60.000 donne innocenti, una storia di cui il processo di Triora rappresenta uno dei capitoli più bui.

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Per approfondirne i risvolti umani della vicenda, i visitatori avranno la possibilità di visionare un video proiettato a ciclo continuo, dove l’attrice Laura Sicignano interpreta Franchetta Borelli, una delle donne sopravvissute alle torture più terribili. È il finale perfetto di un percorso che scava nella rappresentazione della figura femminile di ogni tempo, divinizzata in quanto madre e poi demonizzata, adatto per chi è affascinato dal soprannaturale e vuole sondarne senza paura le radici storiche e antropologiche.

Giulia De Sensi

Foto di Bee Felten-Leidel da Unsplash