“La nuova museologia”, arte e filosofia dei musei per una rinnovata partecipazione culturale

Il 24 agosto 2022 l’Assemblea Generale Straordinaria di ICOM (International Council of Museums) riunita a Praga ha approvato la nuova definizione di museo che recita così:

“Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che compie ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio culturale, materiale e immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano in modo etico e professionale e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze”.

Una definizione più ampia, più al passo coi tempi. Musei intesi, quindi, non soltanto come luoghi di studio, di ricerca, di conservazione del patrimonio materiale e immateriale, ma anche come istituzioni multidisciplinari, luoghi inclusivi, promotori di eterogeneità, più accoglienti, sostenibili e accessibili – fisicamente, culturalmente ed economicamente –, e perciò partecipati; luoghi di socializzazione, pienamente protagonisti del territorio in cui si trovano, che ne partecipano la vita in un dialogo continuo con la popolazione.

Le trasversali analisi circa la concezione di museo, il suo ruolo nella società di oggi e in quella futura e molto altro sono contenuti nel volume La nuova museologia: le opportunità nell’incertezza. Verso uno sviluppo sostenibile, scritto da Domenico Piraina e Maurizio Vanni per i tipi di Celid.

Domenico Piraina è esperto in management e comunicazione culturale, direttore di Palazzo Reale di Milano e del settore Promozione Culturale del Comune di Milano e dei musei scientifici della città lombarda.

Maurizio Vanni è professore di Museologia all’Università di Pisa, storico dell’arte, museologo, specialista in marketing museale e direttore generale del Lucca Center of Contemporary Art.

Sommando ambedue le esperienze ultratrentennali nei musei, sono oltre duemila le mostre curate in Italia e nel mondo.

La filosofia dei musei a Marcellinara

Dei temi del libro – definito da alcuni lettori “il più bel libro di filosofia dei musei mai scritto” – si è parlato in un appuntamento de “A Palazzo con lo Scrittore”, la rassegna culturale ideata e diretta da Raffaele Gaetano svolta fra le antiche mura di varie dimore storiche della Calabria, roccaforti di eleganza, bellezza e storia.

L’incontro con i due autori, l’ultimo per la corrente stagione della manifestazione, è stato ospitato a Palazzo Sanseverino di Marcellinara, cittadina al centro dell’Istmo calabrese, detto, appunto, Istmo di Marcellinara, il territorio più stretto dell’intero Stivale coi suoi circa trentacinque chilometri di larghezza. Marcellinara, inoltre, è fra le sedici città candidate al titolo di Capitale italiana della Cultura 2026.

(da sinistra: Maurizio Vanni, Raffaele Gaetano e Domenico Piraina)

I musei sono visitati solo dal 30% degli italiani

Oltre 5.200, fra pubblici e privati, grandi, piccoli e piccolissimi, sono i musei presenti nella Penisola italiana, luoghi vivi in cui sono conservati beni che susseguono a parlarci, oggetti aventi valore di civiltà e che testimoniano la presenza di chi ci ha preceduto, delle culture sulle quali si forma la nostra identità di cittadini ancor prima che fruitori del patrimonio culturale, architettonico e naturalistico.

Purtroppo, però, solamente il 30% degli italiani visita i musei d’Italia, la nazione che, seppur tallonata dalla onnivora e vorace Cina, rimane la capofila per numero di siti iscritti nella lista del Patrimonio mondiale Unesco: 59 – a seguito dell’ingresso del sito naturale de “Il carsismo e grotte nelle evaporiti dell’Appennino Settentrionale” nel corso della quarantacinquesima sessione del comitato del patrimonio mondiale di settembre 2023 a Riyad –, due in più delle 57 del gigante asiatico grande oltre trenta volte il Bel Paese.

Pensare una nuova museologia

Come affrontare questa paradossale stortura? La nuova museologia: le opportunità nell’incertezza ci invita a riflettere su diverse azioni possibili. Si dovrebbero adottare nuovi linguaggi e buone pratiche al fine di crearli, letteralmente, i nuovi visitatori; si dovrebbero sviluppare nuove possibilità di partecipazione culturale delle comunità, sempre più composite, per migliorarne la accessibilità e per far sì che si possano abbattere quelle barriere psicologiche ancora tanto maestose che non avvicinano gran parte degli italiani ai musei patri. Far propria, in buona sostanza, la nuova definizione di museo dell’ICOM.

Il museo del domani: un luogo in cui divertirsi

Bisognerebbe ricorrere a tutte le procedure per rendere il museo accogliente per tutti, un luogo in cui divertirsi, financo, sempre nel rispetto assoluto del patrimonio che conserva e dell’alta funzione tradizionale di sito destinato a perpetuare gli aspetti materiali e immateriali dell’umanità. Il libro di Piraina e Vanni prospetta la diffusione di un museo che crea benessere, inteso proprio come luogo che possa riappacificarsi con la nostra esistenza, sempre più incerta, sempre più frenetica.

Il futuro di questi luoghi della cultura passa parecchio dalla assunzione e circolazione di una corretta e innovativa proposta museale e da come noi tutti, addetti ai lavori e utenti, sapremo comunicare i musei all’esterno.

Antonio Pagliuso