Lavinia Fontana, la pittrice dei primatiAutoritratto alla spinetta (1577) Foto di Lavinia Fontana - Selected work 5 from Self Portrait: Renaissance to Contemporary (Anthony Bond, Joanna Woodall, ISBN 978-1855143579) di pubblico dominio condivisa via Wikipedia

Grazie alla sua non comune capacità artistica e volontà di superare le barriere di genere, Lavinia Fontana è annoverata fra gli artisti più importanti del Rinascimento. Fu la prima pittrice dell’arte d’Occidente a ritrarre un nudo femminile.

La storia dell’arte è in gran parte dominata dal genere maschile. Poche donne sono riuscite ad affrancarsi da quelle radicate scarsa considerazione, subalternità e discriminazione che le hanno tenute per secoli lontane dal mondo delle arti: fra queste, artista fra le più valenti del Rinascimento, Lavinia Fontana.

Annoverata fra i più importanti pittori del Cinquecento e Seicento, Lavinia Fontana nacque a Bologna il 24 agosto 1552 da Prospero Fontana, pittore manierista favorito dal pontefice Giulio III. Essere figlia d’arte permise a Lavinia di studiare e affinare le proprie abilità in una epoca in cui era praticamente vietato per le donne frequentare botteghe e accademie.

La giovane pittrice svolse così il suo apprendistato presso la bottega del padre, lasciandosi ispirare dalle opere di numerosi artisti come il Parmigianino, il Veronese e Jacopo Bassano, ma soprattutto da altri artisti emergenti che frequentavano la bottega Fontana. Su tutti i cugini Carracci: Ludovico, Agostino e Annibale.

La pittura, non più un lavoro per soli uomini

Andata in sposa sul finire degli anni settanta del secolo al pittore imolese Giovan Paolo Zappi – che pare abbia compiuto il nobile gesto di mettere da parte la sua carriera pur di non danneggiare, attraverso il compimento degli obblighi famigliari e domestici, la moglie, riconoscendole perciò una bravura superiore –, Lavinia Fontana si distinse per la sua versatilità e libertà artistica. Oltre a ritratti femminili, infatti, la pittrice bolognese realizzò numerose tele raffiguranti soggetti sacri e scene bibliche, fra le prime donne, assieme alla celebre Artemisia Gentileschi, a cimentarsi nell’impresa.

Lavinia Fontana, la prima donna

Collezionare primati fu una costante nella carriera di Lavinia Fontana. L’artista è stata, di fatti, anche la prima donna di cui si abbia notizia nell’arte d’Occidente a dipingere una pala d’altare – realizzata nel 1583 per il duomo di Imola – e la prima ad avere dipinto un nudo femminile, prima di allora appannaggio esclusivo degli uomini.

L’opera in questione è la Minerva in atto di abbigliarsi, oggi conservata alla Galleria Borghese. Il dipinto, datato 1613 e di dimensioni 258×190 cm, le fu commissionato curiosamente da un alto prelato, nonché illuminato mecenate e collezionista: il cardinale Scipione Caffarelli-Borghese, nipote di papa Paolo V.

Minerva in atto di abbigliarsi (1613) Foto di Lavinia Fontana – Web Gallery of Art di pubblico dominio condivisa via Wikipedia

I capolavori di Lavinia Fontana

La Minerva di Lavinia Fontana è immortalata in tutta la sua florida nudità – evidenziata dallo sfondo scuro tipico della pittura del XVII secolo – mentre raccoglie una veste di pregevole fattura. Colta d’improvviso nell’atto, la dea della sapienza e delle arti volge il capo verso gli spettatori con sguardo ambiguo, sospeso fra una espressione sorpresa e un sorriso malizioso, da cui affiorerebbe la consapevolezza della propria avvenenza. Alcuni studiosi sostengono che il corpo di Minerva sia un autoritratto della stessa artista. Nella preziosa tela compaiono, inoltre, Cupido, dio dell’amore, volutamente poco dettagliato, una lancia, uno scudo, una armatura e un elmo e, sulla balaustra, una civetta – tutti attributi iconografici tipici della divinità romana – oltre la quale viene offerta una vista parziale della cupola di San Pietro.

Fontana lavorò per quasi tutta la sua vita in Emilia, riuscendo a trovare il tempo di dare alla luce undici figli, di cui ben otto però morirono immaturamente. Trasferitasi a Roma in età avanzata – aveva già compiuto cinquant’anni –, l’artista continuò a incantare i suoi committenti. Committenti che non mancavano anche grazie alla sponsorizzazione del papa Gregorio XIII, suo conterraneo, che apprezzava particolarmente la sua arte.

Lavinia Fontana, simbolo di eccezione in una epoca di pochissime libertà, non soltanto artistiche, per le donne, donna capace di affermarsi in un mondo dominato dagli uomini, morì nella Città eterna l’11 agosto 1614, un anno dopo avere completato la Minerva in atto di abbigliarsi, il suo ultimo grande lavoro. Della pittrice del Rinascimento sopravvivono tuttora centinaia di opere, fra dipinti, pale d’altare e sculture, caratteristica che la rende una degli artisti del periodo di cui sono giunte ai giorni nostri più opere.

Ritratto della famiglia Maselli (1565–1614) Foto di Lavinia Fontana – Sothebys di pubblico dominio condivisa via Wikipedia

Lavori di Lavinia Fontana si trovano in molte importanti istituzioni italiane, come le Gallerie degli Uffizi, la Pinacoteca di Bologna, l’Accademia di San Luca in Roma, e di tutto il mondo: National Museum of Women in the Arts in Washington, Cleveland Museum of Art, Museo del Prado in Madrid, Musée du Château in Blois, National Gallery of Ireland in Dublino, National Gallery of Victoria in Melbourne.

Autoritratto alla spinetta (1577)
Foto di Lavinia Fontana – Selected work 5 from Self Portrait: Renaissance to Contemporary (Anthony Bond, Joanna Woodall, ISBN 978-1855143579) di pubblico dominio condivisa via Wikipedia

Antonio Pagliuso