Recensioni: “Aniko” di Anna Nerkagi

Aniko, il titolo del romanzo di Anna Nerkagi edito da Utopia, induce a visualizzare come unica protagonista la stessa Aniko, ma con il procedere della lettura si potrebbe identificare come protagonista il lupo, Pav, la stessa tundra e poi chiedersi semplicemente se tutti sono protagonisti: protagonisti di una vita, della loro vita, che si intrecciano uno con l’altro, in una realtà surreale dove gli istinti primordiali e la sopravvivenza la fanno da padrona in una natura rigida e selvaggia come può essere la tundra, in un confine impercettibile tra esseri umani e animali, che diventano elementi costituenti un’unica tribù, un’appartenenza intrinseca.

“Diavolo zoppo aveva appreso da un pezzo la legge ingiusta e crudele secondo la quale sono sempre gli animali con due zampe a uccidere quelli con quattro e sapeva che sono le loro regole e i loro interessi a regolare il mondo. Diavolo zoppo ne era consapevole.”

Quanto indicative le riflessioni di un lupo privato della sua stessa identità dalla stirpe umana, costretto a rinunciare al branco e alla sua stessa famiglia, in una vita solitaria e selvaggia. In una riflessione generica si può confermare che gli umani sono soliti in questo genere di intromissioni, anche tra loro; decidere il destino altrui per valutazioni meramente personali, molto spesso mosse dall’egoismo.

La giovane Aniko abbandona la propria famiglia e terra di origine per dedicarsi agli studi: un’infanzia familiare interrotta con dolore e tormento, poi soffocato nel tempo. Sino a quando non riceve una lettera che la costringerà a fare ritorno alla propria terra, alle proprie origini; un viaggio a ritroso nel tempo, inizialmente offuscato e lontano, che si avvale ben presto della sua identità travolgendola in modo vorticoso nel riappropriarsi di ogni ricordo nei minimi dettagli.

Le scelte sono la costante della vita di tutti, implicano un cambio dello stato attuale delle cose e la vita, che ama sorprendere, a volte, decide per noi. Le radici, il senso di appartenenza, le tradizioni, la tribù: la famiglia. È dalla famiglia che tutto ha origine e tutto si sviluppa; il non tradire la nostra identità implica il non rinnegare le origini di appartenenza, perché sono indicative del nostro essere passato-presente-futuro.

Fra la pagine di Aniko, Anna Nerkagi avvia il lettore a varie sfaccettature della vita nella sua interezza e a un conseguente percorso introspettivo, dal valore aggiunto dell’istruzione, che assume un ruolo determinante nella narrazione, al valore dei sentimenti. L’istruzione è veicolo di cambiamento: fornire istruzione non significa danneggiare l’identità e le tradizioni di una tribù o territorio. I giovani devono trovare se stessi mantenendo vive e rispettando tradizioni e usanze: evolvere-progredire-innovare nell’armonia del tutto.

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E per concludere la riflessione più ovvia, per alcuni banale, ma ciò che è più desiderato: la felicità di amare ed essere amati. E quando l’anello mancante è proprio l’amore si genera il vuoto sentimentale, che dal senso di solitudine e abbandono si rigenera in rabbia rancore odio sete di vendetta. Una reciprocità che determina il nostro essere.

Simona Trunzo