Recensioni: “Buonvino tra amore e morte” di Walter Veltroni

Continuano i gialli a Villa Borghese, sempre più prossima a un accostamento con la messicana Tijuana o con la salvadoregna San Salvador, tra le città più pericolose dell’intero globo terracqueo. L’affascinante parco cittadino di Roma, al centro dei romanzi di Walter Veltroni con protagonista il commissario Giovanni Buonvino, si conferma infatti luogo prediletto degli assassini dell’Urbe.

In Buonvino tra amore e morte, quarto capitolo della serie pubblicata da Marsilio nella collana Lucciole, il morto ammazzato è un anziano senzatetto, il cui corpo viene ritrovato a piazza di Siena, l’area verde che nell’estate del 1960 ospitò le gare di equitazione dei Giochi della XVII Olimpiade. Una uccisione che si presenta da subito strana per la precisione geometrica con cui l’assassino ha scaricato addosso alla vittima un fucile risalente al Diciannovesimo secolo; un giallo che disturba il commissario Buonvino, interamente concentrato col vuoto procuratogli dall’attentato alla sua Veronica, un attimo dopo il fatidico sì pronunciato nel precedente episodio, ridotta in stato vegetativo in un letto d’ospedale.

Il detective del libro di Veltroni vorrebbe farsi inghiottire dal sordo dolore cui la vita lo ha condotto, ma il caso di piazza di Siena lo costringe a restare desto e a riflettere ancora sui possibili retroscena del misterioso agguato in cui è rimasta vittima Veronica.

Può l’uccisione del senzatetto, eseguita, si scopre presto, perché figlio del questore che nel marzo del 1944 collaborò coi tedeschi nella rappresaglia delle Fosse Ardeatine – e poi giustiziato, a causa delle efferatezze compiute, anch’egli pochi mesi dopo – essere collegata alla vicenda e al passato di Veronica? C’è qualcosa che lega i due fatti? Anche l’attentato alla moglie di Buonvino ha radici antiche?

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Meno articolato rispetto ai precedenti tre romanzi, ma non risparmiando il classico colpo di scena finale, Walter Veltroni accompagna Buonvino alla soluzione dell’ennesimo caso, non lasciando ben intendere se la serie del commissario di Villa Borghese avrà una nuova pagina.

Antonio Pagliuso