Recensioni: “Chiedo istruzioni ogni notte” di Sonia Serazzi e Antonio Cavallaro

Chiedo istruzioni ogni notte (Rubbettino) è la corrispondenza epistolare scritta a quattro mani da due amici, due persone di fede accumunate anche dall’amore per la carta: la scrittrice Sonia Serazzi e il giornalista Antonio Cavallaro.

È per questo amore condiviso che si abbandonano alle loro riflessioni con il sapore antico delle lettere. Una finestra sul mondo di ogni giorno, aperta a dicembre del 2020 e chiusa – almeno per noi lettori – a ottobre dell’anno seguente, che ci mostra senza alcuna morbosità ma con genuina semplicità, la strada, affatto comoda, della fede. Attraverso pensieri delicati, intimi, passi delle Scritture, dipinti suggestivi, racconti familiari, impariamo a camminare, pagina dopo pagina, lettera dopo lettera, tra le stelle di carta stagnola che indicano un percorso fatto di gratitudine. Di una fede quotidiana, di piccole cose e di grandi insegnamenti.

E così leggiamo delle feste di Natale vissute durante la pandemia con uno spirito diverso, meno frenetico e più riflessivo, necessario a scoprire una nuova dimensione. Parliamo della malattia e della morte, ma anche e soprattutto dell’amore, di amore fedele che supera il tempo e lo spazio, di premure quotidiane, di povertà ma mai di miseria, di bellezza “ammaccata” che salverà il mondo.

Dallo scambio tra Serazzi e Cavallaro impariamo la speranza della fioritura, fatta di lacrime e resurrezione; una resurrezione cheta, senza troppo rumore, ché “ai poveri pare sempre brutto sporcare con le suole il soffice ricamo di un lungo tappeto d’oro”.

Nelle lettere dei nostri autori troviamo dubbi, forse a volte anche provocatori. Troviamo l’accettazione di un Cristianesimo scevro di meccanicismi, della necessità di voler esplorare tutto ciò che non si discerne, ciò che la mente umana, per la sua natura limitata, non può conoscere e contenere. Dall’altra, la ricerca di una spiegazione razionale della fede. Tutto questo ci proietta in una diversità di visioni che ci aiuta, ci consola dolcemente e ci consente di accettare fino in fondo ciò che siamo. Una tenera carezza per la nostra anima.

“Eppure un salmo mi assicura che l’Altissimo istruisce nel sonno i propri figli (Sal 16,7) allora io, vagabonda, chiedo istruzioni ogni notte.”

E noi accettiamo il consiglio, lasciamo che ogni notte, Qualcuno, sussurri al nostro cuore le istruzioni per vivere con pienezza questa preziosa nostra vita proiettandola verso una fede feriale, vera e silenziosa.

“Restiamo vivi.”

Emanuela Stella