Recensioni: “La meraviglia del cielo” di Emiliano Ricci

Ahinoi, non ci è quasi più possibile sperimentare lo stupore che i primi uomini provarono mirando il cielo e le sue sentinelle; quella cupola cui si affidavano per coltivare la terra, migrare e scoprire nuovi mondi, a piedi o via mare. Quel legame ancestrale tra l’uomo e il cielo che lo sovrasta è oramai cambiato, caduto in secondo piano, e spesso nelle nostre città – per fortuna poche rispetto ai migliaia di paesi – la volta celeste è addirittura impossibile da guardare a causa dei palazzi e dell’illuminazione artificiale di strade, case, negozi, edifici, sempre più diffusi, sempre più luminosi.

Proviamo però a fermarci un attimo e a fare un passo indietro, sollevando lo sguardo e ammirando ciò che, molto più su, ci circonda. Astrofisico di formazione e comunicatore di professione, Emiliano Ricci è autore del saggio La meraviglia del cielo (pubblicato da Ediciclo editore per la collana Piccola filosofia di viaggio), un volume attraverso cui ci racconta dei suoi viaggi in giro per il pianeta – da Stonehenge alla Valle della Morte – a caccia di stelle e di tutte le meraviglie del firmamento.

L’autore – cui l’Unione astronomica internazionale ha dedicato l’asteroide 35465 Emilianoricci – nel suo piccolo saggio ci illustra per sommi capi la geografia del cielo: da Polaris, la Stella Polare indicante il Nord, al Grande Carro – per quel che riguarda l’emisfero boreale –, passando per la Croce del Sud – importante costellazione dell’emisfero australe il cui braccio lungo punta approssimativamente verso il Sud.

Stelle e fenomeni celesti come la celebre Aurora boreale, la Cometa di Halley – che ci piace immaginare sia quella che ha indicato la via ai Re Magi in cammino verso Betlemme di Giudea –, le affascinanti Notti bianche, la Luna a barchetta e quella a ponte, oppure lo strabiliante Sole di mezzanotte, un tramonto seguito da una nuova alba a cui si può assistere con frequenza, in primavera ed estate, nelle terre oltre il Circolo polare artico – tra tutte la località favorita è Nordkapp, in Norvegia.

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Mettendoci a parte che “il cielo è un grande laboratorio sempre aperto e disponibile per chiunque voglia dedicarsi al suo studio o anche solo alla sua contemplazione”, Emiliano Ricci ci consegna un libriccino ideale per tutti gli astrofili, per chi ama perdersi con gli occhi su quella cupola scura piena di puntini scintillanti che spesso ignoriamo, che abbiamo dimenticato a considerare come parte essenziale della vita sulla Terra e quindi anche di proteggere, ché l’intento dell’opera è di sensibilizzare all’idea che pure il cielo notturno merita tutta la tutela che chiediamo per l’intero ambiente.

Antonio Pagliuso