Recensioni: “L’occhio magico. Breve storia della televisione italiana” di Aldo Dalla Vecchia

L’occhio magico è il nuovo saggio di Aldo Dalla Vecchia, giornalista e firma di tanti programmi tivù di successo, incentrato sui primi settant’anni della televisione italiana.

In meno di tre quarti di secolo dalla nascita è possibile comporre una storia della televisione? Ci ha provato Aldo Dalla Vecchia, giornalista e autore di molti programmi televisivi conosciuti dal grande pubblico, oggi coordinatore editoriale della rivista Mistero.

Le trasformazioni della televisione italiana

Da mezzo per educare gli italiani, con accezione pedagogica, ovvero di istruire una nazione con un tasso di analfabetismo ancora consistente (nel 1951 pari al 12,90%), a strumento infallibile per educare il popolo, ma nel senso di indirizzarne il pensiero, inoculargli un’idea unica delle vicende del mondo, distrarlo dalle reali problematiche della società e, in ultimo, tenerlo buono, la televisione continua ad accompagnare le vite di decine di milioni di italiani.

Attraverso le pagine de L’occhio magico. Breve storia della televisione italiana (pubblicato da Graphe.it), Aldo Dalla Vecchia traccia i contorni di una storia affascinante, in un racconto essenziale e puntuale dei primi settant’anni della tivù del Bel Paese, dai disegni originari per lo sviluppo di una rete televisiva italiana a copertura nazionale, ai tentativi di trasmissione delle immagini a distanza, intensificati durante il Ventennio fascista – assieme al lavoro di costruzione di tralicci e trasmettitori per fare giungere il segnale in tutto il territorio nazionale –, ai programmi sperimentali (dal 12 aprile 1953), sino alla fatidica data di domenica 3 gennaio 1954 quando, alle ore undici, la presentatrice Fulvia Colombo, collegata dagli studi di Milano, inaugurò ufficialmente le trasmissioni della tivù italiana.

In occasione del settantesimo anniversario dalle prime trasmissioni sul Programma Nazionale (l’antenato di Rai 1), l’opera del giornalista, saggista e autore di programmi tv di origine veneta accompagna anche i più profani in un excursus delle tappe principali della storia del piccolo schermo in Italia.

Tognazzi, Vianello e Bongiorno e le prime trasmissioni tv

Gli anni cinquanta – denominati nel volume l’età dell’innocenza – sono senz’altro fra i più interessanti da riscoprire e scoprire, coi loro programmi a riempire un palinsesto ancora assai ridotto (praticamente la tv era attiva soltanto dall’ora di pranzo al termine della cena).

Programmi come Un due tre, spettacolo di satira, in onda già dal 19 gennaio 1954 e condotto dapprima da Mario Carotenuto e nel corso delle stagioni anche da Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello; Carosello, il programma che nel 1957 e per i successivi vent’anni porta la pubblicità in tv, trasmissione decisiva nella storia del costume d’Italia; Lascia o raddoppia?, il popolarissimo quiz in onda per quattro stagioni, dal ’55 al ’59, e condotto da Mike Bongiorno, mostro sacro del piccolo schermo già in diretta dal primo giorno di trasmissioni, subito dopo la cerimonia di inaugurazione, con Arrivi e partenze, contenitore di interviste realizzate dagli scali aeroportuali e portuali della Penisola.

Nel libro ritroviamo anche altri personaggi che hanno segnato la storia della tivù italiana quali Sandra Mondaini, Raffaella Carrà, Enzo Tortora, Pippo Baudo, Walter Chiari, Johnny Dorelli, Mina, Maurizio Costanzo ecc.

Gli eventi segnanti della televisione italiana

Dagli anni cinquanta ai venti del nuovo millennio: a ognuno degli otto decenni dal 1954 a oggi è dedicato un capitolo con una sintetica cronologia degli eventi mediatici principali come le Olimpiadi di Roma del 1960, il primo grande appuntamento sportivo dell’era televisiva, l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, il possibile sbarco sulla Luna che nella notte fra il 20 e il 21 luglio 1969 tenne incollati agli apparecchi televisivi circa venti milioni di italiani, El partido del siglo, Italia-Germania 4-3 dei Mondiali in Messico del ’70, con la voce indimenticabile di Nando Martellini, la drammatica maratona a reti unificate della tragedia di Alfredino Rampi, la morte in diretta del bambino caduto in un pozzo artesiano a Vermicino, la finale del Mundial ’82 ancora fra Italia e Germania, ancora con vittoria degli azzurri e ancora con la voce di Martellini – “Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!” a celebrare un evento che toccò il record di 37 milioni di spettatori –, i funerali in mondovisione di Lady Diana, l’evento più seguito della storia, con oltre 2 miliardi e mezzo di spettatori in tutto il pianeta, sino agli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001.

L’arrivo delle tv private e digitali, la televisione di oggi

Una breve ma intensa storia che ci conduce sino ai cambiamenti radicali degli ultimi decenni con la diffusione delle tv private, della dibattuta introduzione del colore (le trasmissioni regolari partirono dal 1° febbraio 1977), poi dell’avvento delle tv via cavo e delle piattaforme digitali, con l’incessante proliferazione di reality, talent show, format musicali e culinari, le fiction e i talk show sempre più diabolicamente attenti alle reazioni che le discussioni televisive possono scatenare nelle reti sociali dei nostri tempi.

L’occhio magico degli albori

A conclusione del volume una appendice di grande interesse dal titolo La tivù prima della sua nascita, concentrata sulle sperimentazioni di quella che prima del ’47 – in quell’anno fu deciso il nome del nuovo mezzo – veniva chiamata radiovisione.

L’occhio magico. Breve storia della televisione italiana è una “guida ragionata”, come afferma Massimo Scaglioni, docente di Storia dei media e direttore del Ce.R.T.A., nella prefazione, “per chi quella storia non l’ha vissuta come spettatore o spettatrice” e che ci aiuta a comprendere quanto abbia influito l’avvento della televisione nella storia della cultura popolare del nostro Paese.

Antonio Pagliuso