Recensioni: “Silenziosa sfiorisce la pelle” di Tlotlo Tsamaase

Silenziosa sfiorisce la pelle di Tlotlo Tsamaase, edito Zona 42, un titolo dall’essenza poetica che introduce a una novella dai toni forti nella sua denuncia razziale e sociale. Una narrazione che rompe tutti i confini.

Non fidarti di chi non ha un’ombra – diceva mia nonna – se l’ombra si separa dal padrone significa che nel corpo non c’è più lo spirito. Qualcosa li ha separati.” Un’introduzione forte a ciò che sarà narrato successivamente, che resta nella memoria del lettore e che si ripropone in più momenti: un corpo senza ombra è privo di spirito/anima.

L’ombra è la proiezione del corpo, quindi un riflesso di se stessi, che può ricondurre a ricordi d’infanzia – quanti bambini hanno giocato con la propria ombra; ma potrebbe anche rappresentare il nostro inconscio, la parte sconosciuta, quella che forse non si vuole vedere, accettare, scoprire; quel lato oscuro che non si vuole accettare. In effetti l’autrice nativa del Botswana, si esprime a tal riguardo quando scrive: “L’unico momento in cui diventiamo noi stessi è quando moriamo e diventiamo inchiostro sempre nero nel cielo…”.

L’emarginazione che uccide

Il tema della morte sembra predominante, ma ciò a cui si fa maggior riferimento è la tematica morale-spirituale, quella che ti uccide dentro. La sottomissione spirituale, sociale, razziale: l’emarginazione che solo l’essere umano sa creare. Il dramma che vive la protagonista, che rivede frammenti di se stessa riflessi in schegge di uno specchio rotto: occhi di una ragazza che riesce a vedere la vera identità delle persone, ma non la propria.

Il tutto si svolge in un’ambientazione dettagliatamente descritta, che apre il lettore a una realtà sconfinata e astratta, quasi non catalogabile, dove l’unica realtà tangibile sono i sentimenti. Emergono il senso di emarginazione e distruzione sociale, in una lotta impari, in cui la protagonista e la sua compagna si oppongono in una lotta ricca di stratagemmi; perché nella vita si possono fare due cose: vivere o morire.

Divisioni antiche comuni a ogni civiltà

Una città divisa in due parti da un binario su cui passa il treno dei defunti: un lato orientale dove sorge e tramonta il sole e uno occidentale dove sorge e tramonta la luna; ulteriore elemento che evidenzia divisioni e differenziazioni.

Il senso di esclusione e distruzione si fa sempre più incalzante durante la narrazione, abbattendo così ogni distanza di genere con le similitudini più sordide che accomunano ogni luogo e civiltà: superstizioni, tradizioni, conflitti, intolleranza, marginalizzazione, distruzione.

La protagonista, colpevole delle sue stesse scelte, si oppone a tutto questo con ogni sua forza, ogni suo respiro, provocando la sua stessa “sfioritura della pelle”: simbolo dell’annientamento di sé; perché “uniformandoti perderai tutto ciò che hai”.

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La lotte per mantenere e conquistare la propria identità di Tlotlo Tsamaase

Perché leggere questa novella di Tlotlo Tsamaase? Per la capacità dell’autrice di parlare di un conflitto sociale e individuale, in una terra come l’Africa, in una narrazione che rompe tutti i confini, riproducendo un’ambientazione che può essere di tutti e in ogni luogo, perché tutti, in modo diverso, lottano per la propria identità personale.

Simona Trunzo