sotto la mascherina niente, ovvero tutto

Abbiamo perso il naso e la bocca. La pandemia che ha stravolto le nostre vite ha non di meno stravolto il nostro volto – e perdonerete il gioco di parole.

Le mascherine, dispositivo di protezione che resta teoricamente necessario seppur nella pratica il suo utilizzo – ed è sotto gli occhi (quelli sì, liberi da gusci) di tutti – stia pian piano scemando, hanno passato una gomma sui nostri connotati: via il naso, via la bocca. Il Covid-19 ha così cancellato una parte essenziale della nostra fisionomia.

Nasi e bocche intrappolati dietro mascherine chirurgiche, di stoffa, di tessuto non tessuto, da 50 centesimi fino ai prezzi impazziti che si rincorsero subito dopo i primi casi di Coronavirus in Italia, non importa; lo abbiamo imparato sulla nostra pelle: l’uomo si sentirà sempre innaturale – e con le elevate temperature di questa estate ancor di più – dietro quel rettangolino di censura tenuto su da un paio di elastici.

Bocche otturate e nasi tagliati, come sculture antiche, di quelle viste finora soltanto nei musei e nei libri di storia dell’arte. La mascherina come il distintivo di un trauma, un promemoria che, per quanto artificioso e insopportabile ma indispensabile, sta incredibilmente sbiadendo, giorno dopo giorno.

L’opportunità di nasconderci dietro un nuovo volto indecifrabile che, se da un lato ci ha reso possibile cantare e imbastire delle conversazioni con noi stessi senza esser presi per svitati, dall’altro ci ha condotto a comprendere con più difficoltà le parole che i nostri pochi (fino a qualche mesetto fa) interlocutori pronunciano. Difficoltà a interpretare il significato delle parole pronunciate poiché è venuta meno quell’essenziale supporto che i denti, la lingua, le labbra, gli angoli della bocca davano al nostro eloquio.

E abbiamo compreso che la frase “occhi che parlano” è soltanto una concessione da romanzieri, un modo di dire reso inefficace senza il sostegno di naso e bocca oggi cancellati da sempre più rare mascherine, domani chi lo sa.

Antonio Pagliuso