Il ruolo delle riviste culturali nel XXI secolo

Cosa ne sarà – e ne è – delle care e vecchie riviste culturali nel secolo di cui stiamo portando a conclusione appena un quarto ma che già si è candidato a diventare uno fra quelli segnato dalle maggiori rivoluzioni tecnologiche e scientifiche?

Se ne è parlato all’ultima edizione di Più libri più liberi (a Roma dal 6 al 10 dicembre 2023) in una tavola rotonda con Valdo Spini, presidente CRIC – Coordinamento delle riviste italiane di cultura (ente curatore dell’incontro), Innocenzo Cipolletta, presidente Associazione Italiana Editori, Paola Passarelli, direttore Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore, e Marino Sinibaldi, presidente del Centro per il Libro e la Lettura e direttore della rivista Sotto il vulcano.

Le riviste culturali arricchiscono il dibattito pubblico

Dopo l’epoca d’oro dal Secondo dopoguerra agli anni settanta in cui le riviste di cultura hanno vestito un ruolo fondamentale per la libertà culturale di tutti noi italiani, l’avvento portentoso dell’online ha portato con sé il timore – meno concreto rispetto alle aspettative – che si potesse verificare una eclissi totale delle riviste culturali in Italia. Uno spauracchio pressoché allontanato adesso, e con sollievo: “Guai se lasciassimo disperdere la ricchezza delle riviste culturali” sostiene Spini.

“La forza delle riviste” afferma Sinibaldi “è anche quella di collocarsi in mezzo agli spazi temporali di altri due media: l’immediatezza dei quotidiani online e i tempi più dilatati dei libri”. E il rilancio delle riviste culturali in Italia sta proprio in questo ruolo cardine di “arricchimento del dibattito pubblico”.

Una sinergia vera fra enti locali e nazionali

Un altro argomento attraversato nel corso del confronto è quello della rete, uno strumento sempre utile per il bene delle riviste. Auspicabile e necessaria una sinergia autentica fra i vari ambienti nazionali e territoriali che viene richiamata da Paola Passarelli.

Anche per via dell’online che, a dispetto di come si poteva immaginare qualche anno fa, sottolinea Cipolletta, non ha mortalmente ferito e neppure danneggiato le riviste.

da sinistra: Marino Sinibaldi, Paola Passarelli, Innocenzo Cipolletta e Valdo Spini

Poco spazio per le riviste nelle librerie

Certo, la situazione per le riviste non è precisamente rosea – così come non lo è per i giornali e i libri – anche a causa degli spazi quasi nulli che le librerie – i luoghi, a dispetto dei negozi online, di promozione della cultura più frequentati da chi acquista beni culturali di questo tipo – riservano loro; male comune che le riviste condividono, appunto, con i libri delle piccole e medie case editrici rappresentate alla fiera di Più libri più liberi.

Una buona pratica, sollecita in chiusura Spini, sarebbe la realizzazione di un festival dedicato alle riviste, sul modello del Salon de la Revue di Parigi, principale manifestazione francese dedicata al mondo delle riviste, alla cui ultima edizione – a ottobre scorso – ha preso parte, con una esposizione di circa quaranta riviste associate, il Coordinamento delle riviste italiane di cultura. Per il momento soltanto una intrigante suggestione, ma magari presto potrebbe trasformarsi in realtà.

Antonio Pagliuso