Museo dell’Apoxyómenos

Il Museo dell’Apoxyómenos dell’isola di Lussino è stato istituito per ospitare un’unica statua, quella di un gioiello emerso dalle acque del Quarnero dopo circa duemila anni.

Nelle acque del Mare Adriatico, l’anno 1999 segnò la fine di un sonno durato quasi due millenni. Dagli abissi al largo di Lussino, isola del versante occidentale dell’arcipelago del Quarnero, in Croazia, a circa settanta miglia nautiche da Trieste, riemergeva l’Apoxyómenos, una statua greca in bronzo risalente al II secolo a.C. che oggi rappresenta una delle più straordinarie scoperte mai avvenute nelle acque dell’Adriatico e del Mediterraneo tutto.

Alto 192 centimetri, l’Apoxyómenos – come suggerisce il nome che in greco significa “colui che si deterge” – vede immortalato nel bronzo un giovane atleta in nudità ideale mentre si deterge il corpo con uno strigile, attrezzo usato nel mondo antico per pulirsi dall’olio col quale si soleva ungersi prima di affrontare una gara e dal sudore e dalla polvere che si accumulava dopo la lotta.

Particolarità che rende la statua recuperata nelle acque di Lussino ancora più preziosa è il piedistallo originale – ornato da decorazioni geometriche –, una rarità per un manufatto così antico.

Museo dell’Apoxyómenos Lussinpiccolo
Foto Bosnic/Dorotic

L’Apoxyómenos sarebbe stato gettato a causa di una tempesta

Chiamata anche Atleta di Lussino, la scultura ha riposato sott’acqua per circa duemila anni, come detto, dal I secolo d.C., quando probabilmente fu abbandonata da una nave romana da navigazione di cabotaggio che, diretta a Pola o a Aquileia, sarebbe stata sorpresa da una tempesta marina e perciò costretta a disfarsi di parte del carico. Una ricostruzione presunta dei fatti abbastanza comune, attribuita anche ad altre statue dell’antichità riemerse dopo secoli o millenni dagli abissi del Mare Nostrum, come ad esempio i Bronzi di Riace.

Nel braccio di mare in cui è riaffiorata la scultura del giovane Atleta, di fatti, le ricerche subacquee non hanno rilevato alcun resto di imbarcazioni antiche che possano avvalorare, invece, l’ipotesi di un naufragio.

Il restauro “italiano” e le mostre in giro per il mondo

Ritrovato nei fondali difronte alla costa di Lussino nel 1996 da un sommozzatore belga nel corso di una immersione a 45 metri di profondità – altra conferma di quanto siano ricchi di tesori e da esplorare i fondi marini del Mediterraneo –, l’Apoxyómenos è stato estratto dalle acque solo tre anni dopo e da lì ha cominciato la complessa opera di restauro condotta con la collaborazione, fra gli altri, dell’Opificio delle pietre dure di Firenze e dei Musei civici di Como.

Completati gli interventi conservativi, nel 2006 è partita la peregrinazione della statua in giro per i musei: prima al Museo archeologico di Zagabria, e successivamente in altri istituti croati – Osijek, Fiume, Spalato, Zara –; poi, in giro per il mondo: Palazzo Medici Riccardi di Firenze, City Museum di Lubiana, Louvre di Parigi, British Museum di Londra e J.P Getty Museum di Los Angeles.

A Lussinpiccolo la nuova casa dell’Apoxyómenos

Dalla primavera del 2016 il bronzo di Lussino ha una casa dedicata. A Lussinpiccolo, principale centro dell’isola quarnerina, infatti è stato inaugurato un museo appositamente ideato per la esposizione della statua: il Museo dell’Apoxyómenos.

Gli altri Apoxyómenos

Oltre a quello di Lussino, nel mondo ci sono altri quattro Apoxyómenos, dando la cifra di un tema discretamente percorso nell’arte greca: di questi, uno, in marmo, si trova alle Gallerie degli Uffizi e un altro ai Musei Vaticani, nello specifico una copia romana in marmo pentelico di un originale perduto attribuito a Lisippo.

Foto Bosnic/Dorotic

Antonio Pagliuso