Al museo delle ceramiche di Seminara risplende un’antica tradizione

Pignate, anfore, cuccume, gozze, maschere apotropaiche: al Museo delle ceramiche di Calabria di Seminara è esposta una corposa mostra dei manufatti dei più grandi maestri artigiani della regione.

Seminara si trova nella Piana di Gioia Tauro, alle pendici del Parco nazionale dell’Aspromonte che la sovrasta a est. Nel suo centro abitato – in cui oggi risiedono poco più di duemila anime – ci si imbatte nei resti della struttura che ospitò il più antico ospedale della regione, edificato nella prima metà del Quattrocento, ed è possibile indovinare ancora oggi parte delle antiche mura medievali, periodo in cui Seminara risultava essere tra le più importanti roccaforti della Calabria. Lungo le strade del paesino si incontrano anche numerose chiese: la Basilica di Maria Santissima dei Poveri, che conserva la venerata statua lignea della Madonna dei Poveri, la chiesa di San Marco, al cui interno si trova una statua della Madonna degli Angeli attribuita ad Antonello Gagini, il caratteristico monastero greco-ortodosso dei santi Elia e Filarete, luogo di culto per eccellenza dell’Arcidiocesi ortodossa d’Italia.

Foto Antonio Pagliuso

Sui duecentonovanta metri sul livello del mare di Seminara – città devastata e risorta dopo i terremoti del 1783 e 1908 –, sorge pure un tradizionale luogo di cultura: è il Museo delle ceramiche di Calabria.

“Ad onore dei suoi pignatari, inconsapevoli testimoni della cultura calabrese in Italia e nel mondo.”

Istituito nel 2011, di concerto tra il Comune di Seminara e il Centro Studi Esperide, il museo delle ceramiche di Seminara espone oltre cinquecento opere provenienti da ventiquattro centri di produzione calabresi. Un percorso che traccia una mappa dei principali contesti produttivi della ceramica lungo tutto il territorio regionale.

Foto Antonio Pagliuso

I tipici manufatti del Museo delle ceramiche di Seminara

Pannelli didattici – anche in lingua inglese – e fotografie d’epoca accompagnano il visitatore alla scoperta di manufatti realizzati in ogni angolo della regione: da Seminara a Nicastro, da Squillace ad Altomonte, da Pellegrina di Bagnara a Sant’Andrea Apostolo dello Ionio, da Gerocarne a Gerace.

A Seminara, nello specifico, è dedicata una sala apposita con le graste, le anfore, le brocche per l’acqua (bumbuli), le pignate, le cuccume, le gozze, le lancelle, i vasi, le maschere apotropaiche, le fiasche antropomorfe (babbuini); coloratissime opere create da grandi maestri artigiani della ceramica seminarese: Antonio e Giuseppe Ditto, Natale Russo, Gennaro e Paolo Condurso, Vincenzo Ligato, Carmelo Mangione, Antonio ed Enzo Ferraro.

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Un museo dedicato a un’antica tradizione, da riscoprire, una storia che non finisce, e ai pignatari che, grazie alla loro arte, riuscirono a illuminare una terra ai margini della grande storia culturale del Paese.

 Antonio Pagliuso